L’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) è un uccello dell’ordine dei Pelecaniformi e della famiglia dei Treschiornitidi. Affine infatti al pellicano, è diffuso in Africa, a sud del Sahara, in Iraq e in Madagascar. Nell’antichità era venerato come uccello sacro nella religione egiziana, considerato la rappresentazione terrena del dio Toth, ma oggi è ormai estinto dal territorio dell’Egitto e si è espanso invece in altre aree della Terra. L’ibis sacro non è quindi un uccello autoctono dell’Italia, ma si è naturalizzato già da diversi anni. È possibile scorgerlo nelle aree umide della pianura Padana, attorno al Mincio e al Po, inizialmente solo nelle province di Vercelli, Novara e Pavia, ma ormai in diffusione nelle risaie anche delle province più orientali. L’ibis sacro è stato anche trovato nel Parco del Mincio. la sua diffusione è così rapida da farlo considerare una specie alinea invasiva. Infatti, entra in competizioni con altri uccelli delle aree umide (airone, garzetta) ed è un predatore di altri nidi (si ciba delle uova di altri uccelli).

L’ibis sacro è originario dell’Africa ed è stato introdotto in Italia alla fine del secolo scorso probabilmente da esemplari sfuggiti dalla cattività in Francia
Non è chiaro come sia arrivato alle nostre latitudini dal momento che ormai è estinto in Egitto e nel paese dell’Africa settentrionale. Alcuni studiosi ipotizzano che sia stato introdotto dall’uomo; alcuni esemplari sarebbero fuggiti dagli zoo e da giardini privati nella Francia nel corso degli anni 80 e 90d del secolo scorso. Questi si sarebbero così naturalizzati, spostandosi verso habitat più consoni alla loro natura “acquatica”, come le risaie di Piemonte e, successivamente della Lombardia. In Italia quindi ormai l’ibis sacro nidifica, ed è anche migratrice e svernante. Purtroppo, ciò non è molto positivo perché per la sua voracità, l’impatto della sua presenza su altre specie autoctone è molto dannoso. Una volta naturalizzato, infatti, dà vita a colonie numerose di individui che si spostano tutti assieme. Inoltre, l’Ibis sacro alle nostre latitudini non ha praticamente predatori, mentre in Africa i suoi predatori possono essere i pitoni, i babbuini e i coccodrilli.
Caratteristiche
L’Ibis sacro è riconoscibile per via del suo becco lungo e nero leggermente ricurvo. Le altre caratteristiche sono simili ad altri uccelli acquatici: zampe e collo lunghi, piumaggio bianco con il capo e parti delle ali e l’intera coda nere.
Si ciba di piccoli insetti, molluschi, anfibi che trova nell’acqua e nelle zone umide, ma anche di uova e di carogne di altri animali. Nei luoghi d’origine africani, si ciba anche dei piccoli delle testuggini marine.
L’ibis sacro è una specie poligama: il maschio si crea un harem di femmine, che depongono fino a cinque uova e che covano da sole.