La pavoncella (Vanellus vanellus) è un uccello dell’ordine dei Caradriformi e della famiglia dei Caradridi. Oltre alla specie nominale (Vanellus vanellus vanellus) esistono altre specie e sottospecie, tra le quali si ricorda:
- la pavoncella codabianca (Vanellus leucurus), di passo in Italia e nell’Europa occidentale e nord Africa, vive nella penisola arabica, in India, Pakistan e Nepal.
- la pavoncella gregaria (Vanellus gregarius), di passo e molto rara da osservare in Italia, nidifica in Russia, Armenia e Iran.
- la pavoncella armata (Vanellus spinosus), vive nell’Africa centrale e meridionale. Deve il suo nome alla presenza di uno sperone in corrispondenza dell’ala e per questo è anche detta pavoncella fabbro. Rarissima in Italia, la sua presenza di avvistamenti occasionali è da confermare.
Diffusione e habitat
La specie nominale è presente in quasi tutta Europa e in Italia è sia nidificante e migrante al sopraggiungere dell’inverno, sia stanziale. Il suo habitat preferito sono campi vicino ad aree umide, risaie e paludi. In Italia è particolarmente presente nella Pianura Padana, dove vive in gruppi numerosi. Non è considerata una specie a rischio ed è cacciabile.
Caratteristiche
Quest’uccello è riconoscibile per il vistoso ciuffo che ha sul capo. Il piumaggio è scuro (marrone o grigio) nella parte superiore, con il capo nero. Il colore bianco disegna un ampio sopracciglio, una macchia sulla guancia ed è anche nella parte inferiore del ventre e del sottocoda. Il petto bianco + solcato da una banda nera. Le penne bianche sono visibili anche sotto le ali, in volo. LA pavoncella è lunga circa 30 cm con una vistosa coda lunga di una decina di cm. I due sessi sono simili. I giovani hanno colori meno brillanti e il ciuffo è appena accennato.
Quest’uccello si nutre di insetti, lombrichi, ragni e larve, in mancanza di questi, anche di semi di graminacee. La femmina depone dopo marzo da tre a quattro uova che cova per circa un mese. I piccoli lasciano subito il nido e sono indipendenti dopo quattro settimane.

La presenza in Italia della pavoncella si stima in 1700-1900 coppie
La pavoncella sarda
La pavoncella sarda non è una specie biologica a sé stante, ma solo una locuzione che fa riferimento all’uso simbolico di quest’uccello; infatti, nell’antica tradizione agricola e contadina, la pavoncella era raffigurata in contesti mistici e magici. In realtà, secondo alcuni più che di una pavoncella, di potrebbe trattare di un pavone, uccello a cui sono attribuiti, anche in altre culture, caratteristiche sacre, come simbolo della fertilità e ricchezza. Questa iconografia risalirebbe alala dominazione bizantina della Sardegna. Nelle forme non stilizzate, è spesso raffigurata colorata di un blu acceso.
Oggi questa tradizione rimane conservata ed è raffigurata molto frequentemente su piatti, oggetti, ma anche in gioielli, tessuti e suppellettili. La pavoncella sarda è stata raffigurata dall’artista Antonio Soddu coltivando in un campo di grano di tredici ettari ben cinque milioni di piante di erba medica. La forma stilizzata della pavoncella è quindi visibile dall’alto come contrasto tra il verde delle piante e il giallo oro del grano.
Il canto della pavoncella
Se volete ascoltare il verso di richiamo della pavoncella, guardate il video: