L’akita inu è un cane di grossa taglia originario del Giappone; in origine gli akita inu furono addestrati soprattutto per la caccia ai cinghiali, ai cervi e agli orsi; erano utilizzati anche per difendere la proprietà e in seguito furono impiegati anche come cani da combattimento. L’akita inu è una razza canina appartenente al gruppo 5 (cani di tipo spitz e di tipo primitivo, la stessa cui appartiene il volpino italiano), collocata nella sezione 5A (spitz asiatici e razze affini), secondo la classificazione della F.C.I. (Federazione Cinofila Internazionale). Il suo nome deriva da quello di una regione giapponese (più precisamente una prefettura), Akita; tale regione si trova nella parte settentrionale dell’Isola di Honshu; il termine inu in giapponese significa cane.
Indice
- Carattere
- Caratteristiche fisiche
- Salute e vita media
- Prezzo dei cuccioli
- Allevamenti
- Origini della razza
- Un nome per il mio akita inu

L’akita inu è poco tollerante verso gli estranei, siano bambini, adulti o, peggio, altri cani
Carattere dell’akita inu
Per ulteriori informazioni sulle singole voci della scheda (copyright cane-e-gatto.it) si consulti l’articolo Come scegliere un cane. Il punteggio varia da 1 a 10 e risponde direttamente alla domanda indicata dalla locuzione della prima parte, per cui un voto molto basso in aggressività indica che la razza non è aggressiva; in rosso gli aspetti critici della razza. La scheda è una media, quindi il singolo soggetto può anche scostarsi significativamente da quanto illustrato. Per Tolleranza ai bambini si intende “bambini al di fuori dell’ambito familiare”; per la salute si tiene conto sia della vita media sia delle patologie tipiche della razza. Non indichiamo la propensione della razza alla guardia perché riteniamo che dedicare un cane alla guardia sia un modo ormai obsoleto di convivere con esso.
- Adatto a chi non ha poca esperienza cinofila: 3
- Affezione alla famiglia: 10
- Affezione ai bambini: 2
- Affezione agli estranei: 2
- Aggressività verso altri cani: 8
- Aggressività verso piccoli animali (gatti, scoiattoli): 10
- Salute: 8
- Intelligenza: 6
- Tendenza ad abbaiare: 10
- Necessità di esercizio fisico: 8
- Adattabilità in appartamento: 3
- Tolleranza della solitudine: 2
- Tolleranza a climi freddi: 10
- Tolleranza a climi caldi: 2
- Facilità di toelettatura: 3
- Facilità all’addestramento: 4
- Tendenza ad allontanarsi quando libero: 8
- Tolleranza alla fatica: 8
Moltissimi descrivono l’akita inu come un cane dal carattere veramente eccezionale; probabilmente questa valutazione nasce dall’attaccamento alla famiglia tipico della razza (con il padrone è calmo, sensibile e leale fino all’estremo) e ama molto il gioco. Purtroppo, l’akita inu è poco tollerante verso gli estranei, siano bambini, adulti o, peggio, altri cani (è un dominatore e non si scorda mai di ricordarlo agli altri suoi simili), anche quando è portato al guinzaglio. Questi atteggiamenti sono più accentuati negli akita inu di sesso maschile (per una corretta socializzazione si consiglia la castrazione). Per questa sua caratteristica non è facile da addestrare, anche se ha una buona intelligenza.
La convivenza familiare con altri cani è possibile, ma non è particolarmente consigliabile.
Dimostra anche un notevole adattamento a tutte le situazioni. Può essere un ottimo cane da guardia o da difesa (anche se questi scopi dovrebbero usati in circostanze eccezionali), mentre come cane da compagnia occorre tener conto delle sue problematiche quando portato al di fuori del suo habitat familiare. Particolare attenzione va riservata all’aggressività verso i piccoli animali come gatti e cani di dimensioni molto ridotte che l’akita attacca con esiti spesso anche fatali (l’akita inu ha un potente morso a forbice, cioè difficile da aprire dall’esterno, a meno che l’animale non collabori).
Inoltre l’akita inu non è un cane adatto a rimanere da solo per molto tempo, in quanto insofferente alla solitudine, che può generare comportamenti distruttivi.
Nota importante – Gli akita inu non sono per tutti; anche se non si deve demonizzarli, è corretto evidenziare che ci possono essere problemi nella loro gestione, problemi che non si può ottimisticamente sperare di risolvere con l’educazione (l’educazione conta per il 50%, per il rimanente 50% è il carattere del cane che fa la differenza, carattere che spesso si forma nei primi mesi, in allevamento).
Le caratteristiche fisiche dell’akita inu
Testa: ha un cranio piuttosto ampio e la fronte è ben spaziosa; il tartufo è abbastanza grande e di colore scuro; il muso ha forma appuntita, la canna nasale è dritta e non particolarmente lunga. Ha denti forti e non sporgenti. Gli occhi sono piccoli e di colore scuro. Le orecchie sono erette e lievemente inclinate in avanti.
Corpo: l’akita inu è un cane dalla corporatura massiccia che incute un certo rispetto; è molto bello da vedere e lascia trasparire una certa eleganza.
Arti: è un cane robusto e muscoloso, le zampe sono forzute e dotate di forte ossatura.
Pelo: il pelo è lungo e ruvido, il sottopelo invece è piuttosto soffice. I colori previsti dallo standard sono il bianco, il fulvo, il sesamo e il tigrato; tutti e quattro questi colori devono avere il pelo biancastro (il cosiddetto urajiro) sui lati del muso e sulle guance nonché sotto lo mascelle, sulla gola, sul petto, sul ventre, nel lato inferiore della cosce e internamente agli arti.
Tra i difetti più ricorrenti nell’akita inu si ricordano il criptorchidismo, il monorchidismo, l’enognatismo, i colori diversi da quelli previsti dallo standard, le misure fuori standard, l’occhio chiaro, le orecchie cadenti, il prognatismo, il pelo corto, la lingua macchiata ecc.
Altezza e peso: gli esemplari maschi hanno un’altezza che varia dai 64 ai 70 cm, mentre le femmine sono un po’ più piccole, le loro misure infatti variano dai 58 ai 64 cm. Il peso degli akita inu maschi va dai 30 ai 45 kg, mentre nelle femmine varia dai 20 ai 30 kg;
Akita inu: salute e vita media
La vita media di un akita inu è di 13 anni. Questo cane non ha particolari problemi di salute, ma alcune patologie sembrano essere più ricorrenti: tra queste ricordiamo l’herpesvirus canino, la torsione gastrica e il pemfigo. Inoltre, alcune patologie a trasmissione genetica sono tipiche della razza, come la displasia all’anca. La tendenza al sovrappeso dev’essere attentamente contrastata con un’alimentazione bilanciata.
Il prezzo dei cuccioli
Il prezzo dei cuccioli acquistati in un buon allevamento varia fra i 700 e i 1.500 euro; ovviamente, per soggetti addestrati (dai 4 ai 12 mesi) il prezzo può essere maggiore.

Nel 2020 all’ENCI le iscrizioni di Akita inu sono state 1.515
La storia della razza
Molti hanno conosciuto l’akita inu dopo la visione di un film intitolato Hachiko (A Dog’s Story); girato dal regista svedese Lasse Hallström e interpretato da attori di notevole fama, fra i quali Richard Gere e Joan Allen, il film è basato sulla vera storia del cane giapponese Hachikō.
Hachikō era un akita inu divenuto famoso in Giappone grazie all’incredibile fedeltà al padrone; dopo la morte di quest’ultimo, l’akita si recò, per circa dieci anni, come faceva ogni giorno, ad attenderlo, purtroppo invano, alla stazione ferroviaria dalla quale il suo padrone partiva per recarsi al lavoro e alla quale tornava dopo averlo terminato. La storia ebbe un enorme impatto mediatico all’epoca in cui successe (il fedele akita era nato nel 1923 e morì nel 1935) ed è diventata un vero e proprio simbolo di affetto e lealtà tant’è che ad Hachikō sono state erette due statue e dedicati alcuni libri, oltre al film citato all’inizio.
In epoche passate l’akita inu era impiegato come cane da caccia per la grossa selvaggina (in particolare gli orsi), come cane da riporto di volatili acquatici sulle montagne giapponesi e anche come cane da combattimento.
La razza conobbe un notevole declino negli anni tra il 1912 e il 1925; durante questo periodo infatti venivano fatti numerosi incroci per ottenere meticci che avessero spiccate qualità combattive; furono effettuati anche incroci con molossoidi provenienti dall’Occidente. Notevoli problemi poi nacquero da un’epidemia di rabbia che porto alla decimazione di questa razza.
Nel 1919 un gruppo di studiosi dette vita a un’associazione che aveva lo scopo di preservare la razza. Dopo un lungo lavoro di recupero si raggiunse lo scopo e, nel 1931, il governo giapponese incluse l’akita inu tra i tesori nazionali. I guai per l’akita inu però non erano finiti perché durante la II Guerra Mondiale questi simpatici cani furono quasi sterminati; la loro carne infatti veniva utilizzata come alimento e le loro pellicce venivano usate per confezionare indumenti. I pochi akita inu rimasti lo furono soltanto grazie ai loro padroni che li nascosero nelle campagne.
Nel 1948 si tenne l’Akita show, una manifestazione alla quale erano presenti alcuni dei cani sopravvissuti; le linee presenti erano due, una era pura, la Ichinoseki, mentre l’altra era stata ottenuta dai meticciamenti, la Dewa; alcuni esemplari della linea Dewa furono importati negli Stati Uniti da dei soldati dell’esercito americano e dettero vita negli anni a una razza riconosciuta ufficialmente oggi negli USA come akita americano. In Giappone invece, dai cani appartenenti alla linea Ichinoseki iniziò un attento recupero della razza che è quella che conosciamo ancora oggi.