Il mastino tibetano è una razza canina di grossa taglia originaria del Tibet; nella sua zona di origine, il mastino tibetano è da tempo immemorabile impiegato sia come cane da guardia sia come cane da pastore. Il mastino tibetano è una razza canina appartenente al gruppo 2 (cani di tipo pinscher e schnauzer, molossoidi e cani bovari svizzeri), collocata nella sezione 2A (molossoidi), secondo la classificazione della F.C.I. (Federazione Cinofila Internazionale). Il nome inglese della razza è Tibetan Mastiff.
Indice
- Carattere
- Caratteristiche fisiche
- Alimentazione
- Salute e vita media
- Prezzo dei cuccioli
- Allevamenti
- Origini della razza
- Un nome per il mio mastino tibetano

Un esemplare adulto di mastino tibetano; sullo sfondo il lago Yamdrok
Carattere del mastino tibetano
Per ulteriori informazioni sulle singole voci della scheda (copyright cane-e-gatto.it) si consulti l’articolo Come scegliere un cane. Il punteggio varia da 1 a 10 e risponde direttamente alla domanda indicata dalla locuzione della prima parte, per cui un voto molto basso in aggressività indica che la razza non è aggressiva; in rosso gli aspetti critici della razza. La scheda è una media, quindi il singolo soggetto può anche scostarsi significativamente da quanto illustrato. Per Tolleranza ai bambini si intende “bambini al di fuori dell’ambito familiare”; per la salute si tiene conto sia della vita media sia delle patologie tipiche della razza. Non indichiamo la propensione della razza alla guardia perché riteniamo che dedicare un cane alla guardia sia un modo ormai obsoleto di convivere con esso.
- Adatto a chi ha poca esperienza cinofila: 2
- Affezione alla famiglia: 10
- Tolleranza ai bambini: 5
- Tolleranza agli estranei: 3
- Aggressività verso altri cani: 2
- Aggressività verso piccoli animali (gatti, scoiattoli): 6
- Salute: 6
- Intelligenza: 9
- Tendenza ad abbaiare: 4
- Necessità di esercizio fisico: 4
- Adattabilità in appartamento: 2
- Tolleranza alla solitudine: 3
- Tolleranza ai climi freddi: 10
- Tolleranza ai climi caldi: 4
- Facilità di toelettatura: 8
- Facilità all’addestramento: 3
- Tendenza ad allontanarsi quando libero: 6
- Tolleranza alla fatica: 6
Il carattere del mastino tibetano non è propriamente dei più semplici; è un cane piuttosto distaccato che ama l’indipedenza, anche un po’ testardo. Si attacca però in modo viscerale alla famiglia; particolarmente coraggioso, è considerato un guardiano ideale. Molti allevatori fanno presente che il mastino tibetano ha la tendenza a sviluppare una certa diffidenza nei confronti degli estranei, diffidenza che, in situazioni particolari, potrebbe sfociare in una forte aggressività. È quindi importante, nel caso si decida di acquistare questo cane, essere ben preparati a gestire un cane con queste caratteristiche.
In linea generale, per quanto riguarda il rapporto con altri cani, è consigliabile non cercare di farlo convivere con esemplari dello stesso sesso (sia che si tratti della stessa razza che di altre razze con forte temperamento). Non è una razza di cani adatta al gioco irruento dei bambini: infatti in presenza di rumore o confusione può eccitarsi e diventare poco gestibile, vista la mole. Può vivere con altri cani se si abitua fin da cucciolo.
Nota importante – I mastini tibetani non sono per tutti; anche se non si deve demonizzarli è corretto evidenziare che ci possono essere problemi nella loro gestione, problemi che non si può ottimisticamente sperare di risolvere sempre e comunque con l’educazione (l’educazione conta per il 50%, per il rimanente 50% è il carattere del cane che fa la differenza, carattere che spesso si forma nei primi mesi, in allevamento).

Le origini del mastino tibetano sono antichissime; esistono testimonianze che risalgono a 5000 anni fa. In Tibet questi cani sono da secoli utilizzati come cani da guardia e come cani da pastore
Caratteristiche fisiche del mastino tibetano
Testa: il cranio è largo, con il tartufo molto grande e aperto.
Corpo: la muscolatura del mastino tibetano è molto sviluppata, l’ossatura è forte.
Arti: anteriori e posteriori ben dritti e muscolosi.
Coda: di lunghezza media e attaccata alta, deve essere portata arrotolata subito a lato della schiena
Pelo: è lungo e dritto; nei maschi è molto più denso che nelle femmine. Per quanto riguarda il colore del mantello, quello più diffuso è sicuramente il nero focato, ma vi sono moltissimi esemplari dal colore nero assoluto (frequentemente è presente una macchia bianca nella zona pettorale) oppure rosso (diverse tonalità); meno frequente la colorazione grigia.
Altezza e peso: secondo quanto riportato negli standard della razza, il mastino tibetano ideale deve avere un’altezza minima al garrese di 66 cm per quanto riguarda i soggetti maschili (62 cm invece per le femmine); il muso è corto e largo, la testa è leonina, la canna nasale diritta.

Nel 2020 all’ENCI le iscrizioni di mastino tibetano (tibetan mastiff) sono state 120
Alimentazione del mastino tibetano
Il regime alimentare ha un’importanza notevole nella crescita del mastino tibetano; i primi 18 mesi di vita sono quelli più critici; in questo periodo il cucciolo deve essere alimentato con una certa attenzione evitando una somministrazione eccessiva di calcio, proteine e grassi in quanto favoriscono l’ispessimento delle cartilagini di accrescimento, cosa che rende le articolazioni del mastino tibetano più sensibili alle fratture.
È consigliabile una certa restrizione alimentare, ancorché non eccessiva, piuttosto che un’iperalimentazione in quanto il sovrappeso, anche se non particolarmente accentuato, può compromettere in modo serio lo sviluppo.
Nel periodo adulto, l’alimentazione non crea particolari problemi; si deve però tenere conto che il mastino tibetano è un cane dal metabolismo basso e, conseguentemente, è opportuno fare razioni di cibo maggiormente contenute rispetto a quelle che vengono somministrate normalmente ai cani dalla taglia simile.
Salute e vita media
Il mastino tibetano è un cane piuttosto robusto e, considerata la notevole stazza, si può considerarlo un cane relativamente longevo (la vita media è di 12-15 anni). Tra le malattie a trasmissione genetica della razza sono la displasia dell’anca e del gomito, una grave forma di neuropatia (Canine Inherited Demyelinative Neuropathy, o CIDN) che colpisce i cuccioli a sei settimane di vita e l’osteocondrite dissecante, che colpisce le cartilagini delle articolazioni. La razza può essere soggetta anche a ipotiroidismo autoimmune.
Il prezzo dei cuccioli
Il prezzo dei cuccioli acquistati in un buon allevamento è di fascia alta e varia fra i 1.500 e i 2.200 euro. La razza è diventata famosa perché un cucciolo rosso di mastino tibetano è stato acquistato da un ricco uomo d’affari cinesi alla fiera di Zhejiang per 1,4 milioni di euro. La razza è uno status symbol tra i ricchi cinesi perché secondo la tradizione renderebbero fortunato il padrone
La storia della razza
Le origini del mastino tibetano sono antichissime; esistono testimonianze che risalgono a 5000 anni fa. In Tibet questi cani vengono da secoli utilizzati come cani da guardia e come cani da pastore; la razza è quella che è più vicina all’archetipo dell’antico cane da montagna dal quale sono poi originate le varie razze molossoidi. La linea genetica del mastino tibetano è riscontrabile in altri cani da montagna quali il San Bernardo, il bovaro del bernese e il leonberger (una razza canina originaria di Leonberg, una piccola cittadina del Baden-Württemberg, in Germania). Sfortunatamente in Tibet la razza si sta pian piano estinguendo; nel XIX secolo alcuni esploratori britannici condussero alcuni esemplari a Londra e attualmente, per definire le caratteristiche della razza si tende a distinguere fra il mastino tibetano del Tibet e quello che discende dagli esemplari portati in Europa; il primo è un cane tendenzialmente aggressivo, mentre il secondo è decisamente più tranquillo.
Do-khyi, uno dei termini coi quali si indica il mastino tibetano, significa “cane legato”, indica in Tibet uno dei soggetti che appartengono alla grande famiglia dei mastini tibetani che comprende il tipo “dei nomadi” (brog-khyi, cane leggero e agile, dai tratti molossoidi non particolarmente marcati, che viene allevato soprattutto per la custodia dei villaggi e degli accampamenti) e il tipo “da monastero” (rong-khyi, più pesante del precedente e dai tratti marcatamente molossoidi, allevato come cane da guardia per monasteri e palazzi nobiliari).
Un breve cenno va poi all’apso do-khyi, il mastino tibetano a pelo duro che secondo alcuni autori è il risultato di un incrocio fra il do-khyi e il tibetan terrier; l’apso do-khyi non è riconosciuto dagli standard internazionali.
I primi esemplari di mastino tibetano che sono giunti nel continente europeo furono considerati alla stregua di belve esotiche e, conseguentemente, venivano esposti nei giardini zoologici.
I primi tentativi di allevamento della razza si devono agli inglesi e risalgono agli anni ’20 del secolo scorso, ma l’impulso che ha portato al riconoscimento della razza da parte dell’FCI è quello degli allevatori francesi e olandesi che però hanno utilizzato, con risultati spesso discutibili, anche molossoidi provenienti dal Nepal e dall’India, in quanto più facili da reperire.
A partire dagli inizi del XXI sec., in seguito all’apertura, seppur relativa, dei confini tibetani da parte della Cina, si è man mano assistito a una rapida diffusione di nuovi soggetti (detti talvolta mastini tibetani di tipo cinese) che hanno poche caratteristiche in comune con il mastino tibetano originale.
Da quanto sopra riportato si capisce come la confusione sia notevole; è per questo motivo che molti allevatori occidentali, anche italiani, quelli che hanno saputo resistere ai compromessi per scopi puramente commerciali, hanno iniziato una ricerca selettiva di esemplari puri recandosi in varie zone del Tibet.
Il primo cane di questa razza fu importato ufficialmente dal Tibet in Inghilterra nel 1847, come regalo alla regina Vittoria dal viceré delle Indie. Oggi è difficile trovare in Tibet un cane di razza pura di mastino tibetano, anche se rimane come cane da guardia per le carovane di popolazioni nomadi e commercianti.