A ogni estate si parla puntualmente di abbandono dei cani. Non si hanno dati particolarmente precisi, ma i numeri sono comunque allarmanti: alcune fonti parlano di circa 50.000 cani abbandonati in un anno (e di 80.000 gatti); altre, decisamente più pessimistiche, indicano in 100.000 il numero degli abbandoni dei cani. Il fenomeno è comunque importante e per tentare di arginarlo da anni è stato introdotto un reato penale; in Italia l’abbandono degli animali domestici è vietato i sensi dell’art. 727 del codice penale, primo comma: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Ovviamente, se manca la prova diretta dell’abbandono è molto difficile perseguire il colpevole; si pensò allora di introdurre il chip, ma anche l’introduzione di questo strumento di riconoscimento ha solo parzialmente migliorato le cose.
I motivi dell’abbandono dei cani
Quali sono i motivi dell’abbandono di un cane? Se ne potrebbe parlare per ore, ma uno li riassume tutti: mancanza di civiltà. Nei Paesi più progrediti il fenomeno è decisamente minimo, mentre nei Paesi meno economicamente fortunati il problema non si pone perché pochi detengono un animale domestico. Nei Paesi di una fascia intermedia (e l’Italia purtroppo è ormai il trentesimo Paese al mondo come ricchezza) si vorrebbero avere i benefit dei Paesi più avanzati (fra l’altro, il possesso di un cane è un benefit solo se lo si ama!) senza avere la cultura necessaria per gestirlo. Insomma, se vogliamo, anziché di mancanza di civiltà, possiamo parlare di “arretratezza culturale” fino ad arrivare a “innegabile stupidità”.
Vediamo di sviscerare questa mancanza di civiltà nei suoi punti più importanti.
Il regalo – Si regala un cucciolo a un bambino o a un ragazzo che, una volta cresciuto, non se ne occupa più. Il cane diventa un peso, richiede troppe cure e troppe attenzioni ed ecco che scatta l’idea dell’abbandono.
Le vacanze – Il tenore di vita aumenta, ci si può permettere finalmente vacanze più lunghe o semplicemente il vicino che prima accudiva il cane durante le vacanze non lo può o non lo vuole più fare (gratis) ed ecco che allora scatta l’abbandono. Realisticamente questo punto è responsabile per almeno il 30% dei casi di abbandono dei cani.
La caccia – Le associazioni animaliste puntano il dito sui cacciatori, dichiarando che i cani vengono abbandonati perché inadatti alla caccia. Il che è vero solo in una esigua minoranza di casi; di solito è il cane che, lasciato libero, si perde o, per semplice desiderio di libertà, non ha contatto con il padrone e finisce troppo lontano per tornare. Alcune razze (per esempio seguigi o cani da ferma di lunga portata come i setter) sono particolarmente inclini a mantenere poco contatto con il padrone e, soprattutto se sono attempati, è molto facile che si perdano. Se non hanno il chip finiscono in qualche canile magari a decine di km di distanza dal punto di smarrimento. La poca credibilità delle statistiche animaliste è che parlano del 30% di cani abbandonati per motivi venatori, cioè 30.000 cani, quando vengono abbandonati 80.000 gatti che non vanno certo a caccia!
Nei tre casi sopraccitati è comunque evidente che, a monte dell’abbandono, c’è uno scarso amore per il cane, spesso comunque poco accudito anche prima di essere abbandonato.

L’abbandono del cane è un reato punito con l’arresto fino a un anno o con una multa fino a 10.000 euro
Cani abbandonati: cosa fare
Se il cane appare smarrito e non pericoloso, si può avvicinare con molta dolcezza, cercando di metterlo in sicurezza. In sicurezza non significa necessariamente riuscire a mettergli un guinzaglio o portarlo a casa propria (di solito la procedura riesce con i cani che ci seguono spontaneamente), ma semplicemente evitare che possa dileguarsi mentre si chiamano gli organi competenti. Se il cane è spaventato, spesso è anche affamato; si può sfruttare questa situazione offrendogli e lasciandogli a disposizione del cibo, magari attirandolo in un ampio cortile chiuso, nell’attesa dell’arrivo del personale incaricato del recupero.
Cani abbandonati: chi chiamare
In Italia non c’è un servizio unico per i cani abbandonati. I vari protocolli d’intervento variano a seconda della regione e della provincia. Dopo aver messo in sicurezza l’animale, si può provare a chiamare il centralino dell’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) per avere il numero dei servizi veterinari o del tecnico incaricato dei recuperi di animali abbandonati. Conoscendo il numero, si può contattare direttamente il servizio veterinario della propria ASL.
Nel caso non si riuscisse a mettere in sicurezza il cane si possono contattare i Vigili del Fuoco (115), soprattutto se l’animale costituisce un pericolo per sé o per le persone, oppure i Vigili, la Polizia (113) o i Carabinieri (112) per fare la segnalazione di cane vagante.