L’amore per i cani può essere inteso in tantissimi modi. Spesso il proprietario è convinto di amare il proprio animale, ma nella maggioranza dei casi non è così.
L’amore per i cani si può manifestare in tanti modi, ma quello più grande è quello che non li delude mai.
Partendo da questo assunto, vorrei dimostrare come l’amore per i cani di solito risponda a pochi fondamentali punti. Quando si può sostenere che il dichiarato amore per i cani è decisamente dubbio? Ecco alcune situazioni che lo bocciano.
Non tenere il cane in casa – Tranne razze molto particolari, la stragrande maggioranza delle razze può vivere insieme con il padrone. Non tenere il cane in casa perché sporca, perché puzza (certo: se non lo lavate mai!) o per altre ragioni è indice di uno scarso amore per i cani, inutile girarci intorno. Il cane viene visto come un “ausiliario” della casa, quasi fosse un giocattolo di cui ricordarsi in certe occasioni.
Negargli spazi della casa – Il caso classico è il divano. Molti cani aspirano a fare le stesse cose del loro padrone (parola di per sé brutta, ma usatissima); alcuni proprietari negano spazi sia per ragioni a loro dire pratiche (il divano si rovina! Basta prenderne uno di pelle o coprire quello di stoffa con un telo) sia per puro spirito di superiorità: il cane mi ubbidisce (“giù dal divano!”), sono un grande! La stessa situazione si rileva in molti esercizi commerciali: il titolare dice di amare i cani, ma poi nega loro degli spazi. Notate come molti hotel accettino i cani, ma non nella sala ristorante. Chissà mai perché visto che ormai in moltissimi bar e ristoranti i cani sono accettati. Per coerenza in un hotel o non si accettano i cani o si accettano dappertutto.
Negargli il proprio tempo – Anche se molti non lo capiscono e continuano a dirci che è grande il loro amore per i cani, è assurdo prendere un cane e fargli passare praticamente tutta la giornata da solo, chiuso in casa o in un giardino. Di fatto, il cane è un carcerato che a sera all’arrivo del padrone trova un po’ di compagnia e di libertà. Se non avete tempo e/o lo spazio necessario per dare al vostro cane una sistemazione migliore di una prigione, lasciate perdere.
Negargli la libertà – Molti non sanno che ogni cane ama essere libero. Ho negli occhi al mattino, ancora a buio, la fila di persone che portano il loro cane al guinzaglio per una passeggiata di 10′ prima di andare al lavoro. La sera, al ritorno, la stessa passeggiata. A volte sono razze di cani che lasciati liberi potrebbero correre felici per ore, anziché passare qualche decina di minuti al guinzaglio. Altri proprietari capiscono il problema, ma per estrema pigrizia, lasciano liberi i loro cani dove non dovrebbero, in mezzo alla gente e a persone che non gradiscono la possibilità di essere semplicemente infastidite dall’animale, spesso educato male (del resto, anche se fosse ben educato come potrebbe chi incontra il cane sapere che non fa danni?); si veda a questo proposito l’articolo Cani liberi.
Negargli le cure necessarie – Il cibo e le cure veterinarie costano e molti proprietari giocano al massimo risparmio, anche se il loro tenore di vita permetterebbe cure più adeguate. Anche la pulizia e la toelettatura sono spesso trascurate perché da un lato richiedono tempo e dall’altro l’eventuale professionista che se ne fa carico costa!
Amore per i cani: il cane non è un animale qualunque
L’amore per i cani va oltre il semplice amore per gli animali; una delle obiezioni più comuni che mi fanno quando si scopre che vado a caccia è “ma che differenza c’è fra un cane, che ami moltissimo, e un fagiano”? Sono certo che molti amici del sito non vegetariani che amano i cani sarebbero comunque spiazzati dalla domanda “ma perché mangi una bistecca e poi dici di amare tantissimo i cani?”.

Si stima che ogni anno in Italia vengano abbandonati 120.000 cani. Tre splendidi esemplari di springer spaniel
Senza nulla togliere a chi ama ogni forma animale, l’amore per i cani non può confondersi con un generico amore per qualunque forma di vita. Esiste una differenza che per la mia filosofia di vita (Personalismo) è fondamentale: l’amore.
Esistono specie animali (pochissime) che sanno amare e altre no.
Non è necessario spendere parole sul fatto che i cani sanno amare (e quindi sono più “umani” di altri animali: notiamo il fatto che un uomo che vive nella malvagità e non sa amare viene spesso definito “una bestia”); è però necessario precisare quel pochissime che sfugge ai più (la famosa frase “più conosco gli uomini e più amo gli animali” è infatti troppo generica).
Molti confondono il legame etologico fra animale e padrone con l’amore; in particolare, quando il legame è limitato alla protezione (quando l’animale è cucciolo) o alla domanda di cibo, non si può parlare di amore. Parlare di affetto di una tartaruga cercando di convincere l’interlocutore che essa capisce le nostre parole (le tartarughe sono sorde!) oppure di un animale selvatico allevato in cattività che ci riconosce quando gli diamo il cibo, è veramente ottimistico: l’amore si dimostra con le azioni disinteressate dell’animale (quindi non orientate alla protezione e al cibo). E sono pochissime le specie capaci di tali azioni. I cani sono la specie per eccellenza di animali “amorevoli” (capaci di amare); su altre (come i cavalli o i gatti) si può discutere.
Per molti “in fondo un cane è un cane”. In realtà non è così perché spero di aver appena dimostrato che, se l’amore è il parametro discriminante, un cane può essere meglio di un uomo.
Cosa insegnano – Vivere con un cane (che è molto diverso dall’avere un cane!) può quindi insegnare molto; osservando le persone che prima detestavano i cani e oggi non potrebbero farne a meno, tra l’altro, si impara:
- a dare la giusta priorità alle cose (per esempio distoglie da un’eccessiva maniacalità per la pulizia/ordine della casa oppure da problemi di lavoro ingigantiti dalla nostra momentanea povertà spirituale);
- ad amare le cose semplici e genuine (un cane si diverte con il lancio di una palla, perché noi no? Rileggete la novella di Pirandello La carriola);
- ad avere una vita più attiva (non ci consente di impigrirci troppo!);
- a non vedere problemi dove non ci sono (scodinzola per un nonnulla di felicità mentre noi ci intristiamo spesso per la mancanza del superfluo);
- a dare una giusta dimensione alla solitudine (non è necessario avere centinaia di amici, una famiglia tradizionale ecc.);
- ad avere sentimenti più semplici e spontanei (un cane non nasconde ciò che prova);
- ad avere ideali (perché lui crede fino in fondo e per tutta la vita in ciò che pensa sia giusto).
Le argomentazioni sopraesposte sono basate su banali dati sperimentali di cui tutti sono a conoscenza. L’amore si dimostra con le azioni: si è mai visto un maiale o un pappagallo che fanno decine di chilometri per tornare dal loro padrone? Si è mai visto un maiale o un pappagallo che danno la vita per salvare il loro padrone?
Dai dati sperimentali non esiste un solo caso di maiale o di pappagallo che abbiano dimostrato un attaccamento attivo all’uomo, cioè che vada oltre il legame etologico.
IL COMMENTO
Ciao! …girovagando in Internet ho trovato questo interessantissimo sito e quando ho letto di dove sei/siete, mi sono detta “Il mondo è proprio piccolo”! Infatti a Travacò ci ho abitato quasi 3 anni!… Mi sono trovata benissimo! A parte la divagazione personale, volevo dire che non sono d’accordo sul risultato di un test, nel senso che basa il giudizio su un particolare che (a mio avviso) non è propriamente negativo. Mi riferisco al test relativo all’amore per gli animali: se dico che in una villa il posto del cane deve essere in giardino (e presuppongo ci sia un ambiente adatto all’animale), vengo etichettata come una persona che ha un amore estetico verso gli animali.
Non credo di essere una persona del genere ed i fatti me ne danno atto. La mia domanda è: perché questo particolare è fondamentale nel giudizio?
Veniamo alla domanda incriminata, spiegando perché è importante per il giudizio finale sull’amore per i cani (e per gli animali in genere). Lo faccio con qualche esempio.
a) A me piacciono le farfalle, mai mi sognerei di far loro del male, ma mai me le terrei in casa, le alleverei o perderei più di tanto tempo a studiarle. Il mio amore per le farfalle è quindi estetico. Un naturalista probabilmente le adorerebbe, capendone le più grandi sfumature. Prima regola: l’amore si dimostra con le azioni. Se non faccio nulla o faccio poco, non posso dire di amare molto. Un cane in giardino viene coccolato per pochi minuti al giorno, tranne forse nei week end. Gli altri giorni il lavoro, la famiglia, gli hobby ecc. Alla sera lui è in cuccia in giardino mentre noi ci divertiamo davanti alla tv.
b) Ma in fondo è un cane! È vero, ma ci sono cani che amano il loro padrone totalmente e sono ricambiati in minima parte. Io avevo un’épagneul breton (razza molto affettuosa). Quando l’acquistai (ho sempre avuto cani, mio padre era veterinario) le preparai un bell’ambiente in giardino (ambiente adatto all’animale, dici tu, ma chi giudica che è adatto? L’uomo). Praticamente aveva tutto il giardino a disposizione, solo una rete e un cancello la separavano dalla casa. Quando vi era rinchiusa cominciava a correre avanti e indietro, non importa se pioveva; dopo poche ore era una statua di fango, ma continuava a rimbalzare da una parte all’altra della rete. Così portammo la cuccia sotto il terrazzo, proprio contro casa. Considera che passava gran parte della giornata con noi e che la “mettevamo fuori” quando uscivamo. Nonostante ciò, alle parole “Andiamo fuori?” si rannicchiava in un angolo della casa e si faceva portare fuori di peso. Troppo triste. Conquistò stabilmente la casa e la sera dormiva giù in salotto. Una notte però, pochi mesi dopo, la trovammo accoccolata sulle scale, all’ingresso della camera da letto. Nuovo trasferimento in camera nostra. Negli anni tanti sono stati gli episodi che hanno rinsaldato l’amore mio e di mia moglie per il nostro cane; sappi comunque che una delle cose più belle resta sempre il clima di amore che riesce a creare con l’ingenuità e la totalità del suo affetto (esco a prendere la posta e quando torno me la ritrovo festante che mi porta la ciabatta, di notte allungo una mano giù dal letto e ritrovo il suo pelo): i piccoli rituali del suo amore ti fanno capire che molti problemi della vita sono gli uomini che se li cercano e ti fanno scoprire i veri valori. A undici anni improvvisamente si ammalò. Una di quelle malattie apparentemente terribili. Nel giro di un paio di giorni si paralizzò tutta, dai posteriori fin quasi alla testa. Passammo due notti ad accarezzarla mentre guaiva dal dolore. I bravissimi veterinari cui l’affidammo stavano facendo di tutto, ma non si capiva granché. Premetto che ero stato appena operato al tendine d’Achille ed ero ancora ingessato. La terza mattina, al culmine della malattia, si dimenò più forte e guaì verso la porta. Capimmo che voleva fare la pipì e, anche in quelle condizioni, aveva conservato l’orgoglio di farla in giardino. La presi in braccio e faticosamente la depositai sull’erba. Quando la vidi così inerte pensai che di lì a poco sarebbe morta. “Già, ma come faccio a seppellirla?” Pensai subito a un posto ai piedi dell’argine del Po, dal quale è possibile osservare la campagna che tanto ama. D’inverno, col terreno gelato, con un piede inabile, mi era però impossibile. Naturalmente pensai: “Lo chiederò a Doriano”. Ecco cosa impari da un cane. Se hai un vero amico, non ti serve per chiedergli soldi, per una raccomandazione, per prestarti la macchina, ma per qualcosa che sfugge ai normali concetti di importanza, ma che per te è fondamentale. Incredibilmente, in una settimana Thea ripercorse il cammino e guarì; fummo più preparati a quando ci avrebbe lasciati per sempre; forse è questo che voleva insegnarci o forse voleva dirci che se ami veramente il tuo cane sai subito dove lo farai riposare per sempre, non te ne disfi come un oggetto ingombrante ormai inerte. Non so se volesse farci capire qualcosa, so solo che quando qualcuno mi dice che deve tener fuori il cane perché ci sono bambini in casa e può portare le malattie (?), perché sporca con le sue zampine un po’ impolverate o lascia i peli sul divano, penso di aver di fronte una persona che non conosce che valori estetici come una bella casa pulita e luccicante e che spesso a questi valori dedica troppe attenzioni.