L’infezione da calicivirus nel gatto (calicivirosi felina) è una malattia virale di frequente riscontro (la presenza di calicivirus felino è riscontrabile in circa il 50% dei gatti affetti da infezioni virali a carico delle vie respiratorie superiori).
Il calicivirus felino è un virus RNA appartenente alla famiglia Caliciviridae; spesso lo si indica con la sigla FCV (dall’inglese Feline calicivirus); l’FCV è un virus di cui esistono vari ceppi che differiscono l’uno dall’altro sia per virulenza, sia per antigenicità (capacità degli antigeni di combinarsi specificamente con anticorpi e recettori a esso specifici) sia per immunogenicità (capacità di un antigene di stimolare una risposta immunitaria). Esistono quindi ceppi di calicivirus felino che possono causare infezioni più o meno gravi a seconda delle loro peculiarità. Nonostante le vaccinazioni, quindi, un gatto può contrarre più volte l’infezione da calicivirus; un ceppo in particolare può essere particolarmente pericoloso, quello che causa la calicivirosi felina virulenta sistemica.
L’infezione da calicivirus nel gatto è una malattia temibile che può avere serie conseguenze se non trattata per tempo o adeguatamente; i gatti che corrono maggiori rischi sono quelli giovani e non vaccinati; si tratta di una patologia caratterizzata da un’elevata contagiosità non facile da curare e possono passare diverse settimane prima che il gatto affetto dalla malattia si riprenda completamente.
L’infezione da calicivirus nel gatto si trasmette soprattutto attraverso il contatto diretto fra gatti, ma anche il contagio indiretto è piuttosto frequente; il calicivirus felino, infatti, è in grado di sopravvivere sulle superfici asciutte per diverse settimane. In alcuni casi a diffondere il virus sono gli esseri umani che accarezzano prima un animale infetto e in seguito uno non infetto.
Il calicivirus nel gatto è una malattia insidiosa non solo per la sua pericolosità, ma anche per il fatto che alcuni soggetti sono del tutto asintomatici e ciò fa sì che la circolazione del virus sia maggiore; peraltro, un gatto può essere contagioso per un lungo periodo di tempo (settimane, se non addirittura mesi).
Se si è a conoscenza che il nostro gatto è stato colpito da calicivirus felino è necessario lavare con cura gli oggetti cui esso viene a contatto (ciotola, gabbia, lettiera, cuccia, spazzola ecc.).
Una malattia infettiva che può talvolta essere confusa con l’infezione da calicivirus felino è l’infezione da herpesvirus felino; le due malattie hanno molte manifestazioni cliniche in comune e, conseguentemente, sono talvolta possibili errori diagnostici.
Calicivirus nel gatto – Sintomi e segni
I sintomi e i segni dell’infezione da calicivirus nel gatto sono in buona parte legati alla virulenza del ceppo, all’età del gatto e alle condizioni generali di salute dell’animale. La sintomatologia è varia e comincia a dar segno di sé dopo 3-9 giorni dal contagio; manifestazioni caratteristiche sono soprattutto le seguenti:
- secrezioni oro-nasali
- secrezioni congiuntivali
- ulcere orali.
Altri sintomi e segni spesso frequenti sono
- ulcere al naso
- perdita dell’olfatto (a causa del naso ostruito)
- abbondante produzione di muco
- sintomi da raffreddamento
- febbre alta
- gengivite e stomatite
- disidratazione
- prostrazione
- abbattimento.
La presenza di ulcere orali causa una perdita dell’appetito a cui conseguono debilitazione e perdita di peso.
In alcuni casi può insorgere polmonite (più comune nei gatti di giovane età).
Talvolta può essere presente una zoppia più o meno accentuata legata ad artrite transitoria (questo è un elemento che può facilitare il processo diagnostico).
Nel caso di calicivirosi felina virulenta sistemica si possono avere ulcere sul capo e sugli arti, ittero, febbre alta, edema cutaneo. La forma sistemica è più grave se colpisce un soggetto adulto. La mortalità è molto elevata (il decesso si verifica in circa due terzi dei casi).
Infezione da calicivirus felino – Diagnosi
La diagnosi di infezione da calicivirus nel gatto non è semplice; la sintomatologia è in buona parte sovrapponibile a quella di infezioni causate da altri microrganismi patogeni (in primis l’herpesvirus felino di tipo 1); non va poi sottovalutato il problema che in molti casi si hanno infezioni miste (FCV, FHV, Chlamydophila, Bordetella); ciò rende ancora più difficoltoso il processo diagnostico.
I segni e sintomi da soli, quindi, non permettono una diagnosi certa di infezione da calicivirus felino; possono aiutare gli esami di laboratorio (esami del sangue, test sierologici per la FIV e per la FeLV ecc.) e strumentali (radiografie. TAC, rinoscopia, biopsia della mucosa nasale ecc.).
Nei gatti in cui si sospetta la forma più grave, quella virulenta sistemica, è opportuno effettuare test microbiologici per quei patogeni che sono responsabili di infezioni a carico delle vie respiratorie. Lo scopo è quello di accelerare il più possibile la diagnosi, vista la gravità della forma sistemica.
Non sono invece consigliati i test sierologici per l’FCV perché non sono in grado di effettuare la distinzione fra gli anticorpi che si sono prodotti come conseguenza della vaccinazione da quelli che invece si sono prodotti in seguito al processo infettivo.

L’infezione da calicivirus nel gatto non è banale perché i sintomi e i segni che la caratterizzano sono molto simili a quelli di altre malattie infettive
Infezione da calicivirus nel gatto – Cura
La cura dell’infezione da calicivirus nel gatto deve essere tempestiva e adeguata; fondamentali le cure di supporto: reidratazione e alimentazione con cibi appetibili e frullati (le ulcere in bocca rendono dolorosa l’ingestione di cibi poco morbidi).
Le cure farmacologiche possono prevedere la somministrazione di vari tipi di farmaci, da quelli mucolitici, per alleviare la sintomatologia da raffreddore agli antinfiammatori/antipiretici per ridurre il dolore, l’infiammazione e la febbre; in genere si somministrano anche farmaci antibiotici ad ampio spettro con buona penetrazione nel cavo orale e nel tratto respiratorio (lo scopo in questo caso è di prevenire o debellare eventuali sovrainfezioni batteriche).
È importante un’accurata pulizia del naso; le secrezioni nasali possono essere eliminate ricorrendo a una soluzione fisiologica; di una certa utilità sarà anche il ricorso a pomate emollienti.
Per reidratare le vie aeree si può ricorrere all’aerosol con soluzione fisiologica.
Al momento attuale, non ci sono farmaci antivirali efficaci nel trattamento dell’infezione da calicivirus nel gatto.
È importante la disinfezione degli ambienti e degli oggetti; è consigliato il ricorso all’ipoclorito di sodio al 5% con diluzione 1:32.
Infezione da calicivirus nel gatto – Vaccinazione
Le vaccinazioni obbligatorie per i gatti sono tre, somministrabili con il vaccino trivalente RCP che offre la copertura per panleucopenia felina, rinotracheite felina e infezione da Calicivirus.
Il piano vaccinale è stabilito dal medico veterinario di fiducia. Per approfondire questo punto si rimanda alla scheda Vaccinazioni del gatto.

Le vaccinazioni del gatto hanno lo stesso obiettivo di quelle fatte negli esseri umani: stimolare le difese immunitarie per difendersi da malattie infettive, il più delle volte molto gravi