La convivenza fra cani e gatti non è sempre facile da gestire, ma è bene sapere che, nonostante la credenza comune che li vede acerrimi nemici (non a caso si utilizza il detto popolare “sono come cane e gatto” per indicare la forte antipatia fra due persone), si tratta di un “matrimonio” che è possibile mettere in piedi
Se vogliamo riuscire nel nostro intento, si devono però analizzare i problemi principali e studiare le migliori soluzioni.
Cani e gatti: gli ostacoli principali
Di seguito proviamo a illustrare quelli che sono gli ostacoli più rilevanti a una buona socializzazione fra i due animali.
1) Nel caso in cui il cane entri nel nucleo familiare successivamente al gatto, i problemi maggiori verranno da quest’ultimo; molti gatti, infatti, sono particolarmente gelosi dei loro spazi e non mancano di fare arrivare pesanti segnali di inimicizia al nuovo arrivato.
2) Se invece è il gatto a giungere per ultimo, il cane potrebbe sentirsi trascurato e provare molta gelosia nei confronti dell’ultimo arrivato a causa delle inevitabili attenzioni che, specialmente all’inizio, verranno riservate al micio.
3) Alcuni cani si caratterizzano per il loro spiccato istinto territoriale e potrebbero diventare aggressivi e possessivi nel caso in cui il gatto sosti in spazi che il cane ritiene solo suoi come per esempio una determinata zona della casa o del giardino, una cuccia, dei giocattoli ecc.
4) Chi mangia per primo? Occorre fare un po’ di attenzione su questo punto. Chi mangia per primo, infatti, sente come legittima una certa supremazia e ciò può scatenare episodi di aggressività e dominanza allo scopo di contendersi il cibo.
5) La paura del gatto può rappresentare un ostacolo alla convivenza; se, per esempio, il cane ha intenzione di giocare con il gatto, ma quest’ultimo è diffidente e ha paura, può addirittura rappresentare un pericolo per il cane perché potrebbe difendersi graffiandolo, magari in zone delicate come quella degli occhi.
6) Nel caso di convivenza a stretto contatto, occorrerà fare una certa attenzione ai prodotti antiparassitari da utilizzare; alcuni prodotti, infatti, sono efficaci sul cane, ma possono risultare velenosi per il gatto.
7) Un problema da non sottovalutare è la coprofagia. Vi sono alcuni cani che ingeriscono le feci dei gatti che possono risultare molto pericolose per la sua salute.
Si devono poi considerare gli eventuali problemi derivanti dalla convivenza (malattie infettive o parassitarie che i due “conviventi” possono trasmettersi l’un l’altro).

Circa il 39% delle famiglie italiane possiedono almeno un cane o un gatto
Cosa si può fare?
Il miglior modo di evitare i problemi sarebbe quello di far iniziare la convivenza quando sia il cane che il gatto sono in tenera età.
I cuccioli di cane e di gatto hanno molte cose in comune fra cui l’amore per il gioco, la curiosità e la scarsa diffidenza verso ciò e verso chi li circonda; ne consegue che una convivenza iniziata fin dai primi mesi di vita nascerà sotto i migliori auspici, anche se bisogna tenere presente che i linguaggi dei due animali sono piuttosto diversi e quindi occorrerà un po’ di pazienza prima che i due possano intendersi alla perfezione. Non si tratta quindi di odio atavico, ma di pura e semplice incomprensione.
Non si tratta tanto del diverso modo di esprimersi con la voce (abbaiare e miagolare), quanto, piuttosto, del loro diverso linguaggio del corpo (posizione delle zampe, della coda, delle orecchie, modo di fissare ecc.).
Possiamo spiegarci meglio con un esempio; se un gatto si avvicina a un cane con l’intenzione di fare amicizia, tiene la coda in verticale, ben eretta; è il suo modo di salutare; il cane però interpreterà il gesto come spavalderia, come un segnale di pretesa leadership, insomma, una vera e propria sfida.
Un altro esempio di possibile incomprensione è rappresentato dallo scodinzolare la coda tipico del cane che è eccitato e pieno di gioia e con intenzioni più che benevole può avvicinarsi al gatto; peccato che per i gatti lo scodinzolare di coda rappresenti un segnale di nervosismo e che, nel vederlo fare al cane, opti per un atteggiamento chiuso e difensivo; Le stesse “fusa”, espressione di serenità del micio, agli orecchi del cane possono sembrare una specie di ringhio…
Insomma, questi linguaggi diversi possono creare non pochi problemi alla convivenza; cane e gatto sono però animali intelligenti e, pian piano, possono imparare l’uno la lingua dell’altro e iniziare ad apprezzarsi e a stare insieme da buoni amici.
È ovvio che ciò avverrà più facilmente se cresceranno insieme fin da piccoli, ma con un po’ più di pazienza è possibile farli vivere in armonia, anche se la loro conoscenza avverrà in età più matura.
L’importante è procedere a piccoli passi, dando loro il tempo di studiarsi con attenzione e appianare le inevitabili divergenze.
È importante evitare, nei limiti del possibile, le opportunità di scontro, innanzitutto predisponendo precisi spazi dove i due animali possono mangiare e riposare in autonomia; entrambi devono avere i propri giocattoli, le proprie cucce, le proprie ciotole.
Di norma, se il cane è di indole tranquilla, è il gatto il primo a farsi avanti mostrando una certa disponibilità al gioco e alla convivenza e se il cane non infastidisce il gatto è difficile che questo abbia comportamenti aggressivi. Maggiori problemi possono derivare dalle gatte che hanno partorito da poco e che hanno comportamenti più aggressivi in quanto tendono a difendere i propri cuccioli.
Di norma, dopo sei mesi di convivenza i due animali avranno imparato a “parlare” fra loro senza scontrarsi e, anzi, a convivere in grande armonia.
Nel caso in cui non si notino miglioramenti dopo sette od otto mesi di convivenza, può essere opportuno rivolgersi a uno specialista in problemi comportamentali.