Il dinamismo di un cane al guinzaglio è sicuramente uno dei primi problemi di educazione che il proprietario di un cane deve affrontare. Poiché la condotta al guinzaglio è indispensabile, un proprietario responsabile deve abituare il proprio cane a seguirlo senza tirare e senza decidere, in autonomia, il percorso da fare. Sicuramente l’animale preferirebbe correre senza vincoli e restrizioni, ma la condotta al guinzaglio controllata è, oltre che un obbligo di legge, una scelta che garantisce la sicurezza del cane. Vediamo quindi quali sono le ragioni principali per cui un cane tira al guinzaglio e come fare per porvi rimedio.
Il cane che tira al guinzaglio
Il dinamismo di un cane al guinzaglio dipende da molti fattori. Ci sono razze più tranquille che difficilmente mostrano dinamismo in qualche azione (come i bulldog inglesi), altre invece più vivaci. I cani da caccia potrebbero essere portati a tirare di più perché sono molto sensibili alle tracce odorose che possono attirare la loro attenzione e far perdere il contatto con il conduttore. Tuttavia, la razza gioca per lo più un ruolo marginale e i fattori che determinano maggiormente un eccessivo dinamismo al guinzaglio sono i seguenti:
- età del cane: cani cuccioli o più giovani sono, in linea di massima, più vivaci di cani anziani. Può capitare che cani molto esuberanti da cuccioli crescendo e invecchiando si calmino anche nella condotta al guinzaglio. Tuttavia sarebbe un errore evitare di educare il cane a non tirare confidando che si calmi con l’età, in quanto non è sempre detto e comunque un cane che tira al guinzaglio è una situazione a cui andrebbe posto rimedio da subito.
- Stile di vita del cane: un cane costretto a vivere per molte ore al giorno in casa, quando viene portato fuori può manifestare un eccessivo dinamismo perché deve sfogare la sua energia che è stata repressa per molto tempo. Anche se il cane ha a disposizione un giardino, specie se di piccole dimensioni, difficilmente riuscirà a esaurire la sua vitalità e la sua curiosità esplorando uno spazio ristretto o troppo conosciuto. Anche i cani che hanno a disposizione un giardino hanno bisogno di un’uscita al guinzaglio per incontrare altri cani, annusare tracce e conoscere posti nuovi. In caso contrario, se le uscite al guinzaglio sono poco frequenti o brevi, il cane potrebbe tirare perché il suo stile di vita non è molto adatto alle sue esigenze e lo stress e frustrazione potrebbero aumentare il suo dinamismo.
- Rapporto con l’umano: se tra noi e il cane non c’è un forte rapporto di fiducia o una buona connessione emotiva difficilmente saremo un punto di riferimento; è probabile che il cane non consideri interessante cosa diciamo e dove andiamo, e farà di testa sua (anche al guinzaglio).
Come abituare il cane al guinzaglio
Innanzi tutto occorre evitare due errori classici che fanno i proprietari di cani, ma che hanno effetti deleteri sull’educazione e rendono molto difficile ottenere un buon controllo del dinamismo del cane. Il primo errore consiste nel fatto che quando il cane tira in una direzione la persona che ha in mano il guinzaglio tira dalla sua parte cercando di convincere il cane a seguire strattonandolo: niente di più sbagliato. Infatti, in questo modo il cane si convince che il guinzaglio è un mezzo per trasmettere intenzioni e ordini sulla direzione da prendere e, di conseguenza, quando vorrà a sua volta fare di testa sua, tirerà il guinzaglio nella direzione voluta senza aspettare l’umano. Per trasmettere al cane istruzioni su come procedere, occorre usare la voce o il movimento del corpo, ma mai strattonare al guinzaglio.

Il dinamismo di un cane al guinzaglio è sicuramente uno dei primi problemi di educazione che il proprietario di un cane deve affrontare
Il secondo errore che si vede spesso compiere è quando il cane si muove e ha raggiunto la massima lunghezza del guinzaglio che comincia a diventare teso; istintivamente siamo portati a seguire il cane nella sua direzione, ma così facendo rafforzeremo il comportamento sbagliato. Se il guinzaglio diventa teso e il cane comincia a tirare occorre assolutamente fermarci (magari sottolineando la cosa con la voce dicendo per esempio “stop”) e aspettare. Se il cane smette di tirare, si procede, se invece continua, si cercherà di disincentivare il comportamento cambiando direzione (e mai procedere nella sua). In questo modo il cane si convincerà che è l’umano a decidere dove si va e non viceversa.
Se si evitano questi due errori, ci sono già delle buone premesse per ottenere un controllo deciso sul cane al guinzaglio. Per arrivare a un buon risultato, si possono mettere in atto anche questi consigli:
- la passeggiata con il cane dev’essere un momento di relax e divertimento. Occorre quindi evitare di rimproverare il cane se tira. Il conduttore del cane deve trasmettere calma ed evitare atteggiamenti negativi che aumenterebbero lo stress.
- Conviene lasciare morbido il guinzaglio e, nel limite del possibile, tenerlo lungo.
- Avendo a disposizione un luogo delimitato e sicuro (un giardino o un cortile), si può inizialmente abituare il cane al guinzaglio facendoglielo indossare, ma lasciandolo libero di muoversi. In seguito si prenderà in mano il capo del guinzaglio, lasciandolo il più molle possibile.
- Soprattutto nelle prime uscite, quando il cane deve ancora abituarsi, è fondamentale muoversi in sincronia con il cane e quando si cambia direzione attirare la sua attenzione con la voce, il movimento del corpo. Se il cane ci segue senza tirare e si concentra su di noi, si può ricompensare l’animale con un crocchino (tenuto opportunamente in tasca). La ricompensa deve avvenire quando il cane è vicino a noi, non agitato e alla fine di un tratto in cui ha seguito senza tirare. In seguito, il crocchino può essere sostituito da una carezza o dalla pallina (per i cani che la amano).
Infine, è molto importante anche la scelta del guinzaglio, che dovrà essere adatto alla mole del cane e al contesto in cui lo si porta per l’uscita quotidiana (campagna, città).
Nell’addestramento del cane alle prime uscite, conviene non usare i guinzagli estensibili, per semplificare al massimo l’esercizio e facilitare il controllo.