La sindrome FIV (Feline immunodeficiency Virus, Virus dell’Immunodeficienza Felina), nota anche come Immunodeficienza Felina o, popolarmente come AIDS del gatto, è una grave patologia infettiva causata da un virus della famiglia dei retrovirus appartenente alla sottofamiglia dei lentivirus. Il virus dell’immunodeficienza felina non può infettare né l’uomo né altri animali non felini.
Come nel caso della sindrome dell’immunodeficienza umana, la patologia agisce, dopo un periodo di latenza più o meno lungo, danneggiando progressivamente il sistema immunitario. I gatti FIV-positivi, quindi, hanno difese immunitarie più deboli dei gatti che non sono stati contagiati e, conseguentemente, sono maggiormente esposti a contrarre infezioni più o meno gravi; non è quindi il virus in sé a determinare la morte del felino quanto lo sviluppo di infezioni secondarie e le complicazioni a esse correlate.
Trasmissione del virus
Le modalità di trasmissione del virus dell’immunodeficienza felina sono essenzialmente tre:
- infezione transplacentare (la madre FIV-positiva potrebbe trasmettere la patologia ai cuccioli)
- accoppiamento (nel corso dell’atto sessuale c’è un notevole scambio di fluidi e corporei e l’animale malato può trasmettere la malattia all’altro)
- scambio di sangue (morsi ripetuti e profondi nel corso di combattimenti o di rapporti sessuali o trasfusioni di sangue infetto).
Va precisato che la condivisione delle ciotole non rappresenta generalmente un pericolo, ma è opportuno prendere qualche precauzione nel caso in cui vi sia condivisione fra un gatto positivo e un gatto che abbia ulcere o ferite in bocca oppure sia in fase di permuta dentaria.
Il virus può essere contratto da gatti di qualsiasi età e di qualsiasi razza, ma i rischi maggiori sono corsi da quelli che non sono sterilizzati e che vivono all’esterno.
Immunodeficienza felina – Sintomi e segni
La FIV ha generalmente uno sviluppo molto lungo nel tempo; possono volerci molti anni prima della manifestazione dei sintomi; si tratta comunque di una regola alla quale vi sono eccezioni. Di norma la sindrome dell’immunodeficienza felina si sviluppa con 4 stadi clinici diversi fra loro per sintomatologia, durata e compromissione del sistema immunitario.
Il primo stadio della patologia ha un periodo di incubazione di circa 30 giorni e si caratterizza per la presenza di sintomi e segni piuttosto variabili; si possono osservare congiuntivite, diarrea, febbre, sonnolenza e ingrossamento linfonodale; questa fase può durare settimane o mesi e non sempre il proprietario si rende conto che c’è qualcosa che non va.
Una volta superata questa fase, si entra in quella di latenza; il gatto diviene portatore asintomatico e per un certo periodo, che può durare alcuni anni, non si hanno manifestazioni cliniche; il virus però determina un progressivo deterioramento delle difese immunitarie dell’organismo che determinerà poi l’incapacità nel combattere le infezioni; l’esecuzione di un test del sangue in questa fase potrebbe comunque dar luogo a un falso positivo in quanto non sempre è in grado di rilevare il virus nel sangue.
La terza fase è quella della riacutizzazione; un test effettuato adesso rileverebbe la viremia; dalla fase di riacutizzazione si può tornare alla fase di latenza o, nella peggiore delle ipotesi, incamminarsi verso la cosiddetta fase terminale.
Nel corso della fase terminale, si assiste a un rapido declino delle condizioni generali di salute del nostro amico gatto; il suo sistema immunitario è gravemente compromesso; si hanno molte infezioni secondarie e nel giro di poco tempo sopraggiungerà la morte.
La FIV è associata a molti sintomi e segni e sindromi fra cui si ricordano:
- alterazioni cutanee
- anemia
- dimagramento
- infezioni batteriche
- insufficienza renale
- leucopenia
- linfoma (spesso intestinale)
- micosi
- pododermatite linfoplasmacellulare (patologia infiammatoria a carico dei cuscinetti plantari)
- rogna sarcoptica
- sindrome stomatite-gengivite-faucite.
La sindrome stomatite-gengivite-faucite è in molti casi uno dei primi segni clinici che possono far sospettare la presenza di immunodeficienza; si tratta di un disturbo particolarmente pesante dal momento che provoca un forte dolore durante l’atto masticatorio con conseguenti perdita dell’appetito e dimagramento. In alcuni casi la situazione è talmente seria che è necessario ricorrere all’estrazione totale dei denti e alimentare il gatto con cibo morbido.
Diagnosi
La diagnosi può essere effettuata tramite un test sierologico che si basa sul rilevamento degli anticorpi che l’organismo produce per contrastare il virus; gli anticorpi vengono prodotti dopo circa 3 o 4 settimane dall’infezione ed è quindi necessario che sia trascorso un tale periodo prima che il test possa rilevare la presenza del virus; il test non è ovviamente esente da errori; i test attualmente in commercio sono particolarmente sensibili e sono possibili anche falsi positivi; se un test dà esito positivo è necessario effettuarlo di nuovo dopo qualche settimana e verificare la positività. I risultati di laboratorio, comunque, non dovrebbero mai essere scissi dai riscontri clinici. Va inoltre ricordato che, nei gatti nati da madri sieropositive, gli anticorpi di queste ultime che vengono assunti con il colostro possono restare in circolo per diversi mesi e, conseguentemente, essere riscontrati da un test sierologico; per evitare falsi positivi, dunque, è opportuno che un gattino abbia compiuto almeno sei mesi.

I gatti FIV-positivi hanno difese immunitarie più deboli dei gatti che non sono stati contagiati e, conseguentemente, sono maggiormente esposti a contrarre infezioni più o meno gravi
Immunodeficienza felina – Cura
Non esiste sfortunatamente una cura risolutiva per l’immunodeficienza felina; un gatto infetto deve essere trattato con antivirali (si tenta di bloccare la replicazione virale) e immunomodulatori (per aiutare il sistema immunitario). Sostenere il sistema immunitario è fondamentale in quanto la gran parte delle manifestazioni correlate alla FIV è attribuibile alle infezioni secondarie determinate dal decadimento delle difese immunitarie.
I farmaci attualmente più utilizzati nei gattini affetti da immunodeficienza felina sono l’AZT (azidotimidina, un antivirale) e l’IFN (interferone ricombinante, un immunomodulatore).
Fondamentale è controllare spesso lo stato di salute del proprio gatto evitandogli il più possibile gli stress ambientali; i gatti FIV-positivi hanno infatti bisogno di particolari attenzioni, devono essere regolarmente vaccinati, ben nutriti e tenuti al caldo. Al minimo segno di malessere è opportuno consultare il veterinario per tentare di evitare l’insorgenza delle complicazioni legate a infezioni che possono essere banali per un gatto sano, ma estremamente pericolose per un gatto affetto dalla sindrome FIV.