La meningite nel cane è una patologia relativamente frequente; può colpire tutte le razze e i cani di ogni età, anche se alcune razze sono maggiormente predisposte di altre e, più comunemente, interessa i cani più giovani. Fra le razze maggiormente esposte si ricordano principalmente il beagle, il bovaro bernese, il bulldog francese, il carlino, il chihuahua e il maltese.
Il termine meningite indica un’infiammazione delle meningi, le membrane che fungono da rivestimento per il sistema nervoso centrale e proteggono sia l’encefalo (cervello, tronco encefalico e cervelletto) che il midollo spinale.
Come nell’uomo, anche la meningite nel cane è una malattia particolarmente insidiosa che necessita di un trattamento tempestivo allo scopo di pesanti sequele neurologiche; peraltro, se non riconosciuta per tempo e/o non adeguatamente trattata, la meningite è spesso causa di decesso. Del resto, tutte le malattie che interessano il sistema nervoso centrale sono piuttosto complesse da gestire e da trattare; una diagnosi tempestiva è spesso in grado di fare la differenza. Si tratta di una malattia piuttosto subdola perché le sue manifestazioni cliniche sono facilmente confondibili con quelle di malattie di minore gravità, come per esempio l’influenza; ciò comporta un ritardo nella diagnosi che può essere fatale.
Esistono varie forme di meningite canina; classicamente si opera questa suddivisione:
- meningite asettica
- meningite batterica
- meningite virale
- meningite fungina
- meningite protozoaria
- meningoencefalite (oltre alle meningi si ha l’interessamento dell’encefalo).
Più sinteticamente si può operare una suddivisione in due grandi categorie: meningiti infettive e non infettive.
Esistono comunque diverse altre forme di meningite e meningoencefalite che possono colpire i cani; si tratta di forme più o meno rare e pericolose che possono avere svariate cause.
Tutte le forme di meningite sono pericolose; un cenno in particolare va riservato alla meningite fulminante; la terminologia già lascia intendere che si tratta di una malattia che insorge in modo piuttosto repentino e che può avere esito fatale nel giro di breve tempo 24-48); frequentemente è di origine batterica.
Nota – Il termine asettica indica che la malattia non è causata da microrganismi patogeni quali batteri, virus, funghi, protozoi ecc.
La meningite nel cane è pericolosa per l’uomo?
È una domanda che i veterinari si sentono porre molto spesso; la risposta è no; la meningite per il cane non rappresenta un pericolo sanitario per l’essere umano; questo vale sia per le forme infettive che per quelle asettiche. Le forme infettive sono però contagiose per gli animali che appartengono alla stessa specie.

La meningite nel cane può avere svariate cause e non sempre si è in grado di effettuare una diagnosi precisa
Meningite nel cane – Cause
Riprendendo la sintetica suddivisione fra forme infettive e no, si distinguono forme le cui causa è un’infezione batterica, virale, fungina ecc.
Le cause delle forme non infettive di meningite sono sconosciute; la gran parte degli autori ritiene che si tratti di patologie a origine immunomediata (il fenomeno infiammatorio che interessa le meningi e talvolta anche l’encefalo è cioè legato a una reazione o comunque a una partecipazione del sistema immunitario).
Meningite nel cane – Sintomi e segni
I sintomi e i segni della meningite nel cane sono molti e non sono sempre esattamente sovrapponibili fra una forma e l’altra; questa variabilità, come facilmente si comprende, rappresenta un ostacolo non da poco nel processo diagnostico; si può comunque fornire un elenco delle manifestazioni cliniche più comuni che si riscontrano nella maggior parte delle meningiti e meningoencefaliti:
- dolore cervicale
- rigidità dei muscoli del collo
- crisi convulsive
- abbattimento
- perdita dell’appetito
- debolezza
- riluttanza al movimento
- andatura rigida
- accentuata sensibilità al tatto
- problemi di coordinazione
- alterazione del comportamento
- febbre
- vomito
- diarrea
- pressione bassa
- iperestesia
- cecità
- paralisi
- shock
- disturbi visivi (in alcuni casi addirittura cecità).
L’esordio della meningite nel cane è spesso acuto o sub-acuto, rapidamente progressivo; non mancano comunque casi in cui l’esordio è più subdolo e la sintomatologia più altalenante.
Nota – La febbre è un segno clinico quasi sempre presente nel caso di meningite; si hanno però anche casi in cui non si registra un aumento della temperatura corporea; questa evenienza è più comune nel cane anziano; i sintomi sono più sfumati e generici (vomito, diarrea, raffreddore).
Diagnosi
Se lo specialista veterinario sospetta una meningite saranno numerosi gli esami che prescriverà; il più importante è quello del liquido cefalorachidiano (liquor); si tratta di un test non del tutto esente da rischi, ma inevitabile. Saranno poi richiesti emocromo, test sierologici e vari esami di imaging (radiografie, ecografie, risonanza magnetica, TAC); è infatti necessario, vista l’abbondanza di sintomi e segni, escludere la presenza di malattie che hanno manifestazioni cliniche simili.
È poi necessario individuare con esattezza la forma di meningite perché il trattamento può essere completamente diverso; un conto è dover trattare una forma batterica, un altro è curare una forma virale e un altro ancora una forma asettica.

Quando un processo infiammatorio interessa sia le meningi che l’encefalo si parla di meningoencefalite
Meningite nel cane – Terapia
Se il medico veterinario è riuscito a individuare con precisione la forma di meningite inizierà tempestivamente una terapia mirata.
Nel caso si una meningite batterica, per esempio, si ricorrerà a farmaci antibiotici (del tutto inutili nel caso di una forma virale); le meningiti virali e quelle fungine sono più difficili da gestire e più spesso hanno esito infausto. Le forme immunomediate richiedono trattamenti con farmaci immunosoppressori.
Va da sé che, a prescindere dal tipo di meningite, alcuni farmaci sono generalmente sempre utilizzati; è il caso dei corticosteroidi e degli antiepilettici: i primi hanno un duplice scopo, riducono la risposta del sistema immunitario (che è ciò che occorre nel caso delle meningiti non infettive a origine immunomediata) e hanno azione antinfiammatoria (serve a prevenire danni neurologici permanenti); i secondi, invece, servono a prevenire le crisi convulsive.
Le terapie della meningite nel cane hanno sovente lunga durata e, purtroppo, non è sempre detto che il soggetto risponda favorevolmente al trattamento; secondo i dati presenti in letteratura, in poco meno di un terzo dei casi, la risposta alla terapia non è ottimale e si ha un rapido peggioramento del quadro clinico.
Le recidive di malattia sono possibili.
Una diagnosi tempestiva è associata a una prognosi più favorevole; molti cani comunque guariscono in maniera completa, mentre in altri si registrano sequele neurologiche più o meno importanti.