Le neoplasie mammarie nel cane sono patologie molto comuni, inferiori per numero soltanto alle neoplasie cutanee. I soggetti maggiormente interessati dal problema sono le cagne anziane (mediamente la malattia si sviluppa fra i 10 e 12 anni di età, anche se si registrano casi in animali molto più giovani). Nelle cagne circa la metà delle neoformazioni mammarie sono maligne.
Le neoplasie mammarie, per quanto ciò avvenga molto raramente, possono colpire anche cani maschi; in quest’ultimo caso il grado di malignità del tumore è solitamente molto elevato.
Per quanto le neoplasie mammarie siano patologie piuttosto comuni, è possibile prevenirle in modo particolarmente efficace tramite l’intervento di sterilizzazione; infatti, è ormai scientificamente provato che se l’intervento di sterilizzazione viene effettuato anteriormente al primo calore il rischio di insorgenza di una neoplasia mammaria è ridottissimo, praticamente nullo (0,5%).
La sterilizzazione dopo il secondo calore ha un’efficacia minore (il rischio di insorgenza è pari all’8%); nel caso in cui, invece, l’intervento di sterilizzazione venga eseguito dopo che la cagna ha superato i 30 mesi di età, esso non porta a significativi vantaggi relativamente al rischio in questione.
Il rischio di insorgenza di tumori mammari viene notevolmente aumentato dalla somministrazione di progestinici, ovvero quei farmaci che sono utilizzati per prevenire la comparsa del calore.
Negli animali di razza rispetto la frequenza di neoplasie mammarie maligne risulta superiore a quella relativa a cani di razza meticcia.

Cane welsh corgi affetto da obesità, uno dei fattori di rischio per l’insorgenza di tumori mammari
Neoplasie mammarie nel cane: come e dove si presentano
Nei cani le ghiandole mammarie sono disposte in due file e i tumori mammari si manifestano con la comparsa di noduli su una o più mammelle che tendono ad aumentare di volume in modo progressivo; i noduli neoplastici, che possono essere singoli o multipli, sono duri al tatto e possono essere di varie dimensioni e morfologia (si va da tumori piccoli come un chicco di riso a neoplasie delle dimensioni di un pompelmo).
Non c’è correlazione fra la grandezza di un tumore e la sua malignità; si registrano, infatti, casi di tumori di notevoli dimensioni, ma benigni e di tumori molto piccoli che possono essere particolarmente maligni.
La palpazione delle mammelle non permette al veterinario di stabilire se la neoplasia è maligna oppure no. Per la certezza diagnostica è necessario effettuare un esame istologico dopo l’asportazione chirurgica.
Il comportamento dei tumori mammari è diverso a seconda che siano benigni o maligni; quelli del primo tipo hanno la tendenza a diventare sempre più grandi con il trascorrere del tempo, ma lo fanno in modo molto lento, non si infiltrano localmente né metastatizzano.
Le neoplasie mammarie maligne, invece, crescono molto rapidamente, invadono i tessuti circostanti e hanno la tendenza a metastatizzare, in modo particolare ai polmoni. In circa la metà dei casi, i tumori maligni, nel momento in cui vengono asportati chirurgicamente, hanno già dato origine a metastasi. Di norma i tumori maligni sono associati a un grave stato di decadimento generale.
Anche le neoplasie benigne possono portare al decesso dell’animale, questo perché crescendo tendono a distendere la cute che li ricopre che finisce per ulcerarsi e infettarsi in modo molto serio.
È pertanto necessario, qualora venga riscontrata la presenza di noduli a livello mammario, intervenire in tempi rapidissimi. La prognosi è legata alle dimensioni tumorali: quanto minore risulta essere il diametro della lesione neoplastica, tanto migliore risulta essere la prognosi. I tumori che hanno un diametro superiore ai 5 cm hanno spesso prognosi infausta.
L’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico per la rimozione di una neoplasia mammaria richiede una preventiva esecuzione di alcuni test diagnostici. In primis devono essere eseguiti un esame del sangue e un esame delle urine; questi test permettono allo specialista di valutare con una certa precisione le condizioni generali dell’animale e la funzionalità degli organi interni. Importante è anche valutare i parametri relativi alla coagulazione sanguigna al fine di prevenire il verificarsi di problemi emorragici in corso d’intervento.
Altra indagine diagnostica necessaria è la radiografia toracica che serve a verificare l’eventuale presenza di metastasi a livello polmonare; se queste sono presenti, l’intervento chirurgico è sostanzialmente inutile.
L’approccio chirurgico varia a variare delle lesioni neoplastiche; se la neoplasia è di piccole dimensioni è l’interessamento è relativo a una sola mammella si può decidere per la sola asportazione di quest’ultima; se invece sono interessate più mammelle può essere necessario valutare se asportare tutta una linea mammellare. Una volta effettuata l’asportazione del tumore si verifica la sua benignità o la sua malignità attraverso l’esame istologico.
Dopo l’intervento il cane deve essere sottoposto a visite periodiche al fine di verificare che non vi siano recidive della malattia.