La panleucopenia felina, nota anche come gastroenterite felina o parvovirosi del gatto, è una patologia virale che colpisce i gatti e altre specie feline; talvolta viene indicata con la sigla FPV (dai termini inglesi Feline Panleukopenia Virus); è una malattia particolarmente grave e, purtroppo, spesso fatale; a tutt’oggi non esiste una cura risolutiva; si possono solo adottare terapie sintomatiche. I soggetti che corrono i maggiori rischi di contrarre la panleucopenia felina sono i cuccioli di gatto non vaccinati ed è per questo motivo che la vaccinazione è un presidio sanitario fondamentale per la protezione del nostro amico.
Cause
La panleucopenia felina è una parvovirosi, ovvero una patologia causata da un Parvovirus (una variante strettamente correlata al parvovirus canino di tipo due; i virus che causano la parvovirosi canina sono la CPV 2a, 2b e 2c); quello implicato nella malattia tende a infettare le cellule ad alto grado di divisione, in particolare quelle dell’epitelio intestinale, quelle del midollo osseo e quelle staminali del feto in via di sviluppo; è un virus ad alta contagiosità in grado di resistere per periodo particolarmente lunghi negli ambienti esterni, se questi sono particolarmente adatti, la sua sopravvivenza fuori dall’ospite può arrivare all’anno. Le possibilità di infezione sono piuttosto elevate proprio perché il virus che causa la panleucopenia felina è resistente, può sopravvivere molto a lungo negli ambienti esterni e sugli oggetti sui quali si deposita ed è contenuto abbondantemente nelle feci e nelle urine dei gatti infetti.
Una volta che il virus ha infettato l’animale comincia a replicarsi nei gangli linfatici dopodiché si diffonde nel sangue.
Il virus della panleucopenia felina viene escreto nelle feci e nei fluidi corporei; purtroppo, le vie di trasmissione sono molteplici, il più frequente è il contatto con feci e fluidi corporei di soggetti colpiti dall’infezione. La maggior parte delle infezioni si registrano verso la fine delle stagioni estiva e autunnale.
La panleucopenia felina non è una zoonosi, ovvero non è trasmissibile all’uomo.
Se il gatto guarisce, cosa che non si può dare assolutamente per scontata data la notevole gravità della malattia, acquisirà un’immunità permanente.
Panleucopenia felina – Sintomi e segni
La panleucopenia felina ha un periodo di incubazione che varia tra i 2 e i 10 giorni circa dopodiché cominiciano a manifestarsi i vari sintomi.
I sintomi che caratterizzano la panleucopenia felina sono particolarmente importanti; i più eclatanti sono diarrea, disidratazione, febbre elevata (si raggiungono i 40 °C), abbattimento, perdita dell’appetito, vomito; in genere si registra anche la presenza di sangue nelle feci; è anche possibile che si manifesti ittero.
Gli esami di laboratorio mostrano, come il nome della malattia suggerisce, una drastica riduzione dei livelli dei leucociti (globuli bianchi) circolanti.
In alcuni casi si hanno danni cerebellari (ovvero a livello del cervelletto); in questo caso è molto probabile che si manifestino atassia e postura anomala.
Panleucopenia felina – Diagnosi
La panleucopenia felina è una patologia che può essere causa di dubbi diagnostici; molti dei sintomi e segni che caratterizzano questa malattia, infatti, sono comuni ad altre gravi patologie. La diagnosi differenziale si pone soprattutto con la FeLV (virus della leucemia felina), la FIV (virus dell’immunodeficienza felina) e la pancreatite. È quindi di fondamentale importanza riuscire a fornire al veterinario quanti più dettagli possibile.
Dato per scontato un accurato esame fisico, in genere sono richiesti un emocromo completo, un profilo biochimico e le analisi delle urine. I reperti di più comune riscontro sono anemia, grave riduzione della popolazione leucocitaria e ipoalbuminemia.

Illustrazione 3D del Parvovirus
Terapia
Come già accennato in precedenza, sfortunatamente non esiste una terapia definitiva per la panleucopenia felina e il trattamento, per forza di cose, è orientato alla miglior gestione possibile della grave sintomatologia che caratterizza la malattia.
Prima ancora di parlare di terapia, però, è necessario ricordare che il virus che causa la panleucopenia felina è altamente contagioso ed è quindi obbligatorio isolare il gatto dagli altri animali (non solo gatti, ma anche cani; in letteratura sono presenti pareri contrastanti sul fatto che il gatto possa infettare il cane e viceversa; in questo caso, è consigliabile essere prudenti se vi sono soggetti non vaccinati) ed essere particolarmente scrupolosi con le misure igieniche.
La terapia deve essere somministrata il più rapidamente possibile ed essere piuttosto aggressiva. La diarrea, il vomito e la febbre elevata agiscono in sinergia provocando una grave disidratazione che deve essere trattata con la fluidoterapia per via endovenosa; importante reintegrare gli elettroliti persi (in particolar modo il potassio); si deve cercare di bloccare il vomito e questo può essere fatto con farmaci antiemetici (un principio attivo utilizzato in questi casi è la metoclopramide); fino a quando il vomito non sarà scomparso del tutto è consigliabile limitare al minimo indispensabile la somministrazione di cibi solidi e liquidi che potranno essere reintrodotti gradualmente una volta che il nostro amico sarà entrato in una fase di miglioramento clinico.
La perdita di appetito può indurre ipoglicemia che, se particolarmente grave può causare crisi convulsive se non addirittura avere esito fatale.
La panleucopenia felina ha un importante effetto deprimente sulle difese immunitarie e quindi il rischio di contrarre infezioni batteriche è particolarmente elevato; a questo proposito si interverrà con una terapia a base di farmaci antibiotici (amoxicillina-acido clavulanico).
Nei casi più gravi può essre necessario il ricorso a trasfusioni di sangue, plasma o albumine.
La prognosi è attualmente influenzata dal grado di gravità dell’infezione, dal peso e dall’età del gatto; in linea generale, in caso di panleucopenia felina, la prognosi risulta purtroppo sfavorevole nell’80% circa dei casi; una percentuale particolarmente elevata. Il periodo di sopravvivenza, a partire dall’ammissione in una struttura veterinaria è di circa 3-4 giorni.
Panleucopenia felina – Vaccinazione
Il vaccino per la panleucopenia felina è consigliato per tutti i gatti. Dal momento che gli anticorpi della madre possono causare interferenza con l’immunizzazione nel periodo neonatale, è necessario attendere alcune settimane (in genere si può effettuare la vaccinazione attorno alla dodicesima settimana di vita).
L’immunità indotta dai vaccini per la panleucopenia felina è considerata ottima. Il vaccino ha un’efficacia piuttosto lunga (circa 7 anni); una volta effettuati i cicli iniziali di vaccinazioni e rivaccinazioni, la cadenza delle vaccinazioni è pressoché triennale.
La somministrazione del vaccino è generalmente ben tollerata; va però evitata la somministrazione di vaccini vivi modificati nelle gatte in stato interessante (c’è il rischio di danneggiare il cervelletto del feto) e nei gattini di età inferiore alle quattro settimane.