Negli ultimi anni il petauro dello zucchero (spesso impropriamente definito scoiattolo volante) ha cominciato a far parte della vita di molti privati, trasformandosi così in vero e proprio animale da compagnia. La curiosa denominazione deriva dal fatto si tratta di un animale golosissimo della dolcissima linfa di una particolare varietà di eucalipto.
Petauro dello zucchero o scoiattolo volante?
Su molti siti Internet (anche su alcuni che trattano esclusivamente di animali da compagnia) si lascia intendere che petauro dello zucchero e scoiattolo volante siano lo stesso animale; in realtà non è così (anche se delle similitudini esistono) e scopo di questo paragrafo è proprio quello di fare chiarezza su una questione sulla quale la confusione è massima.
Partiamo dal petauro dello zucchero; è un mammifero marsupiale che appartiene alla famiglia dei Petauridi; si caratterizza per la sua abilità nello spiccare salti planati particolarmente lunghi (70-80 m circa); la cosa gli è resa possibile da una membrana estensibile (detta patagio) che collega gli arti. Ha una testa a forma di triangolo, piccole orecchie prive di peluria e occhi particolarmente grandi (è sostanzialmente un animale che ha abitudini crepuscolaro-noturne). Gli esemplari maschi si caratterizzano per una zona senza peli sulla testa (detta “stella”) ove è presente una ghiandola sebacea. Ha il suo habitat nelle foreste dell’Indonesia, della Nuova Guinea e dell’Australia. Per le altre caratteristiche si veda più avanti il paragrafo specifico.
La denominazione scoiattolo volante, invece, indica propriamente un gruppo di mammiferi roditori. Come il petauro dello zucchero, anche lo scoiattolo volante è dotato di patagio; nel nostro continente è diffusa una sola specie di scoiattoli volanti, la Pteromys volans.
In modo improprio vengono definiti scoiattoli volanti non solo i petauri dello zucchero, ma anche i membri che appartengono alle famiglie Anomaluridi (roditori detti talvolta scoiattoli volanti africani) e Dermotteri (mammiferi placentati detti anche talvolta, sempre impropriamente, lemuri volanti).
Petauro dello zucchero – Il “volo”
Caratteristica del petauro dello zucchero è la capacità di rimanere per un tempo relativamente prolungato in aria, dando la sensazione che si tratti di un vero e proprio volo, aspetto cui devono la loro impropria denominazione di scoiattoli volanti. Tuttavia sarebbe erroneo considerare questo un tipo di volo battuto (o attivo) tipico degli animali volatori (come quello dei pipistrelli, per esempio, che sono gli unici veri e propri volatori esistenti tra i mammiferi); è invece sicuramente più corretto parlare di planata. Questa è possibile grazie a una sottile membrana di pelle (il già ricordato patagio) che unisce le zampe anteriori a quelle posteriori e che consente a questi animali di veleggiare tra un albero e l’altro, come una sorta di paracadute con la coda prensile che funge da timone, raggiungendo in certi casi distanze davvero ragguardevoli (anche 70-80 metri!). Si tratta di un chiaro adattamento di questi animali all’ambiente forestale in cui vivono, necessario per ottimizzare gli spostamenti in cerca di prede (insetti o piccoli rettili), riducendo nettamente il dispendio energetico.
Petauro dello zucchero – Caratteristiche generali
I petauri vivono mediamente 4 anni in natura, mentre in cattività ci sono stati casi di individui che hanno raggiunto addirittura i 15 anni di età. Il loro aspetto ricorda quello di un opossum (mammifero marsupiale appartenente alla famiglia dei Didelfidi), con la pelliccia molto morbida e setosa, dalla colorazione grigia e con una banda nera dal naso fino alla base della coda. Anche la coda è grigia (l’ultimo tratto è nero) e molto folta, mentre i fianchi tendono più al bianco-crema.
Se si dovesse decidere di tenere in casa uno di questi animali bisogna essere prima di tutto ben consapevoli che il petauro dello zucchero è un animale sociale, abituato a vivere in gruppi familiari di 10-15 individui. Questo significa che, per far sì che sopravviva a lungo, è necessario possedere almeno due individui oppure dedicargli molto tempo, altrimenti potrebbe anche morire di solitudine. Bisogna considerare inoltre che il petauro dello zucchero si lega fortemente alle persone che se ne occupano e riesce anche a riconoscerle dal loro odore.

Il petauro dello zucchero è un mammifero marsupiale che appartiene alla famiglia dei Petauridi
Abitudini e orari di attività
Il petauro dello zucchero è un animale prevalentemente notturno, non ama dunque ambienti illuminati ed è perciò molto improbabile riuscire a scorgerlo in attività durante le ore del giorno, che passa quasi interamente dedicandosi al sonno più profondo, avvolto dalla propria lunga coda. Nelle ore notturne le cose cambia decisamente e questo tranquillo animaletto si trasforma in un concentrato di iperattività, balzando da un posto all’altro, istinto naturale tipico di questi scoiattoli arboricoli.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda le affilatissime unghie, veri e propri artigli, utilizzati per arrampicarsi sugli alberi e aggrapparsi ai tronchi, abitudine che non perdono molto facilmente anche a contatto con l’uomo, provocando in certi casi delle ferite, seppur in modo completamente involontario. È anche per questo che il petauro dello zucchero non dovrebbe mai essere lasciato libero in casa da solo, ma sempre sotto controllo onde evitare eventuali danni, oltre che all’arredamento e alle persone, anche agli stessi animali. D’altra parte sarebbe sbagliato anche tenerlo sempre in gabbia, dal momento che i petauri sono troppo abituati agli spazi aperti e si lascerebbero morire rapidamente in spazi ristretti per tempi prolungati.
Petauro dello zucchero – Dieta
La dieta tipica del petauro dello zucchero si basa prevalentemente sul consumo di frutta e in parte anche di verdure. Nel periodo della riproduzione le femmine necessitano anche di apporti proteici che possono ricavare dalle tarme della farina o in alternativa anche dalla carne per cani o gatti. Non si dovrebbe invece mai fornire a questi animaletti cibi troppo dolci (zucchero, cioccolato o frutta sciroppata), frutta secca o crocchette per cani (alimenti troppo grassi).
Distinzione tra maschi e femmine e riproduzione
Infine una curiosità per quel che riguarda la distinzione tra maschi e femmine. Il fatto che siano marsupiali rende tutto più facile poiché solo la femmina è dotata della tipica sacca di questi animali, necessaria per allevare i piccoli appena nati. In età adulta il maschio si riconosce abbastanza facilmente per una particolare zona priva di peli in cima alla testa, sede di una ghiandola che secerne sostanze utilizzate per marcare sia il territorio che la femmina. Solitamente i petauri in cattività si riproducono senza problemi, con un numero di piccoli (da 1 a 3) che nascono dopo circa una quindicina di giorni dal concepimento e che impiegano circa 4 mesi per diventare completamente autosufficienti.