La proteinuria è la presenza di proteine nelle urine; è un esame molto importante perché può essere utile per una diagnosi precoce dell’insufficienza renale.
Nell’articolo sull’insufficienza renale spieghiamo il funzionamento del rene; in questa sede, in sintesi, ricordiamo che se il rene non funziona bene, nelle urine possiamo trovare una dose decisamente aumentata di proteine rispetto alla situazione di un cane sano.
Occorre subito rilevare che la proteinuria non è condizione sufficiente per diagnosticare un’insufficienza renale, ma rappresenta sicuramente un campanello d’allarme.
Si parla di proteinuria quando la presenza di proteine nelle urine supera il limite fisiologico (e che corrisponde a un valore inferiore ad 1 g/l); spesso negli esami la proteinuria è indicata anche con simboli di positività (+); maggiore è il numero dei + e più grave è il problema.
Come misurare la proteinuria nel cane
La proteinuria si misura facilmente con strisce reattive disponibili in tutte le farmacie (strisce che misurano molte altre grandezze e sostanze), ma si deve rilevare che le strisce reattive rilevano principalmente le albumine (limite inferiore di rilevamento pari a circa 50 mg/l) e non le globuline.
Nella misurazione della proteinuria si possono avere risultati falsi positivi se i campioni sono molto alcalini o contaminati da composti di ammonio quaternario. Una proteinuria ++ indica una perdita di proteine più sostanziale se l’urina è diluita (peso specifico 1.010) rispetto a quando è 4 volte più concentrata (peso specifico 1.040). Poiché le strisce reattive misurano anche il peso specifico, possono essere il primo e fondamentale passo per una valutazione della proteinuria.
In presenza di proteinuria è importante esaminare anche altri dati provenienti dall’esame delle urine; oltre alla già vista importanza del peso specifico, l’analisi del sedimento urinario può rivelare la presenza di batteri (in questo caso è necessario un’urinocoltura per determinare il tipo di batteri) e/o di sangue (verificando un’eventuale emolisi); oppure di sabbia o cilindri. Queste condizioni facilitano ulteriormente la diagnosi.
Proteinuria e insufficienza renale
Numerosi studi, effettuati su cani con più di 7 anni di età, indicano che l’incidenza della proteinuria varia tra il 35% e il 90% della popolazione canina. Poiché una percentuale variabile fra il 5 e il 10% della popolazione canina manifesterà un’insufficienza renale, si può ragionevolmente concludere che la proteinuria è un campanello d’allarme, ma non necessariamente l’inizio di un’insufficienza renale.
Una proteinuria grave e protratta (tipicamente pari a 3+ o 4+) è fortemente indicativa di un danno glomerulare, ma solo se è possibile escludere la presenza di ematuria e infiammazione urogenitale in base all’assenza di eritrociti e leucociti; deve essere confermata con il test turbidimetrico semiquantitativo dell’acido solfosalicilico, che è abbastanza semplice da poter essere effettuato in un laboratorio di livello ambulatoriale.
Non tutte le proteinurie sono patologiche e queste ultime possono prendere origine anche da lesioni non renali, per cui è consigliabile procedere con cautela prima di attribuire una proteinuria a una nefropatia.
L’indagine passa attraverso la diagnosi differenziale (per esempio con malattie acute o croniche delle vie urinarie, cistiti), l’impiego di altri esami (per esempio il peso specifico delle urine che diminuisce sotto alla norma in caso di problemi renali seri o il recentissimo esame dell’SDMA.
Si consiglia di monitorare il livello di proteine nell’urina a partire dai 7 anni di vita del cane, almeno una volta all’anno.

Kit per il test delle urine nel cane
Proteinuria funzionale
La causa è una modifica fisiologica del rene causata da risposte anomale transitorie, come febbre, convulsioni o esercizio fisico intenso. La proteinuria non è attribuita a lesioni renali e resta moderata e transitoria, risolvibile
Proteinuria prerenale
La proteinuria prerenale si sviluppa in caso di passaggio di una quantità eccessiva di proteine di piccole dimensioni attraverso la filtrazione glomerulare. Può derivare da un innalzamento dei livelli plasmatici delle proteine normalmente presenti nell’organismo (emoglobina e mioglobina) o dalla produzione di proteine anomale (proteine di Bence Jones in caso di mieloma multiplo). In genere, la diagnosi viene confermata rilevando quantità eccessive della stessa proteina nel plasma e nelle urine.
Proteinuria postrenale
La proteinuria postrenale si ha per il passaggio delle proteine nell’urina dopo che questa è stata prodotta dal rene.
Proteinuria extraurinaria – Può derivare da una contaminazione dei campioni di urina che possono contenere proteine di origine extraurinaria (secrezioni, essudati o emorragie da prepuzio, vulva, vagina o utero). Per confermare che la proteina provenga dal tratto urinario occorre analizzare l’urina prelevata mediante cistocentesi (cioè con il prelievo ecoguidato dell’urina direttamente nella vescica).
Proteinuria urinaria – La proteinuria postrenale può generarsi se l’epitelio del tratto urinario inferiore (pelvi renale, uretere, vescica e uretra) è alterato, permettendo il passaggio nell’urina di proteine ematiche ed essudati infiammatori. Solitamente, le cause sono lesioni infiammatorie, traumatiche o neoplastiche del tratto urinario ed è riconosciuta rilevando nel sedimento urinario segni di emorragia (eritrociti) o di infiammazione (leucociti) o entrambi.
Benché possa essere marcata, la proteinuria postrenale non comporta mai la comparsa di ipoalbuminemia.
Proteinuria renale
Escluse le origini pre- e postrenali di proteinuria e la proteinuria funzionale, resta da considerare un’origine renale patologica. La proteinuria renale patologica di solito è persistente e viene ulteriormente classificata in base alla sede della lesione primaria, in
- glomerulare; con lesioni che modificano la capacità di permeabilità selettiva dei glomeruli. Caratterizzata da albumina (frazione prevalente) e proteine a PM inferiore a 150 kDa (proteinuria glomerulare selettiva) o uguale o superiore a a 150 kDa (proteinuria glomerulare non selettiva).
- tubulare, con lesioni che modificano il riassorbimento tubulare delle proteine, le quali di norma passano tramite i capillari glomerulari. Caratterizzata da proteine a PM inferiore a 69 kDa e da tracce di albumina.
- interstiziale, provocata da lesioni infiammatorie o da malattie come la nefrite.
Normalmente, la proteinuria tubulare è di lieve entità e non sono stati segnalati casi di gravità sufficiente a provocare la sindrome nefrosica. Al contrario, la proteinuria glomerulare, benché di entità variabile, è in grado di provocare gravi perdite di proteine.
Il rapporto PU/CU
Come abbiamo visto, la proteinuria diventa meno significativa all’aumentare del peso specifico delle urine (che indica la loro concentrazione). Il rapporto proteine/creatinina (PU/CU, o UPCR, urine protein:creatinine ratio) è correlato alla determinazione dei livelli proteici nelle urine nelle 24 ore. Il valore non viene alterato dal peso specifico delle urine, ma non consente di differenziare fra proteinuria pre-renale, renale e postrenale e deve essere valutato alla luce dell’esame del sedimento.
Esprime il rapporto fra la quantità di proteine nelle urine e quella della creatinina. Il PU/CU correla la quantità di proteine perse alla concentrazione di creatinina, in modo da correggere il grado di proteinuria in relazione al peso specifico delle urine.
Per un cane il valore di normalità del rapporto deve essere inferiore a 0,5.