La rabbia è una malattia infettiva causata da un virus, del genere Lyssavirus (famiglia Rhabdoviridae), che attacca il sistema nervoso centrale dell’animale colpito, con esito fatale. È una patologia grave che può trasmettersi anche all’uomo.
In generale oggi, nel nostro Paese, questa malattia è scomparsa a eccezione di casi limitati ad aree specifiche di alcune regioni, soprattutto lungo l’arco alpino, per via della presenza di popolazioni di volpi infette.
Prima di andare in vacanza in compagnia dei nostri amici a quattro zampe, sarà dunque opportuno informarsi con precisione sull’opportunità di procedere a una profilassi vaccinale preventiva.
Il virus della rabbia viene veicolato soprattutto da animali selvatici non vaccinati. Ogni area del mondo, a parte le poche zone esenti dalla rabbia, ha una serie di animali selvatici soggetti a infezione che veicolano il virus. In Italia i responsabili sono soprattutto le volpi in alcune zone di confine alpine.
Il virus si trasmette da un animale all’altro perlopiù tramite il morso, anche se sono possibili altre modalità di infezione, per esempio mediante ingestione di tessuti infetti o esposizione a particelle nell’aria.
Una volta penetrato nell’organismo del cane, il virus inizia a riprodursi e moltiplicarsi presso la sede in cui è avvenuto il morso. Dopo alcuni giorni, inizia la sua espansione dalle terminazioni nervose locali fino al cervello. Il periodo di tempo impiegato dal virus per aggredire cervello e sistema nervoso centrale dipende in parte dal sito iniziale dell’infezione, ma è comunque un tempo estremamente variabile e impossibile da prevedere.
Completato il suo tragitto verso il sistema nervoso centrale, il virus sarà presente in tutte le secrezioni del cane infetto, che diviene così pienamente in grado di contagiare altri animali o l’uomo. A questo punto, o poco dopo, inizieranno a comparire anche i primi sintomi della malattia legati all’aggressione degli agenti virali nei confronti degli organi nervosi.
Il cane e il contagio della rabbia
Il cane può essere contagiato dal virus della rabbia soprattutto a causa del morso da parte di un animale infetto: la saliva, infatti, è un efficacissimo veicolo di trasmissione del virus. Anche una ferita può essere una via di ingresso del virus nell’organismo.
È dunque evidente che sono maggiormente esposti al rischio di contrarre la rabbia quei cani che più facilmente possono entrare in contatto con animali selvatici. In Italia il pericolo, per quanto limitato ad alcune zone del Paese, è costituito soprattutto dalle volpi.
I cani non vaccinati che circolano liberamente all’aperto in queste zone sono perciò più a rischio, perché hanno maggiori probabilità di imbattersi in volpi o altri cani infetti.
La vaccinazione antirabbica
In generale, la vaccinazione antirabbica è obbligatoria quando si porta il cane all’estero. In ogni caso, vista la variabilità nella diffusione della patologia anche in alcune zone del nostro Paese, è opportuno consultare il proprio veterinario di fiducia per capire quale sia la strategia migliore riguardo alla somministrazione del vaccino al nostro cane.
Per esempio, potremmo scoprire che la vaccinazione è obbligatoria, anche se ci rechiamo con il cane per un breve periodo di tempo in una regione italiana diversa dalla nostra.
Rabbia nel cane – Sintomi e segni
Innanzitutto bisogna dire che, una volta comparsi i sintomi della rabbia,
l’esito finale è fatale nella quasi totalità dei casi.
In altre parole, a questo punto non esiste alcuna cura che possa salvare il nostro cane.
I sintomi della rabbia iniziano a manifestarsi dopo un periodo di incubazione che segue il momento dell’infezione. Purtroppo si è registrata una grandissima variabilità dei tempi di incubazione, che possono andare da 8 settimane a 6 mesi.
I sintomi sono diversi e sono causati dalle lesioni che l’azione dei virus causa a livello del sistema nervoso centrale del cane. Classicamente, il progredire della malattia viene suddiviso in tre fasi:
- prodromica
- furiosa
- paralitica.
Non più di un terzo circa dei cani passa dalla fase prodromica a quella furiosa: gli altri progrediscono direttamente alla fase paralitica.
All’inizio gli animali infetti possono manifestare comportamenti anomali, con inquietudine, paura, aggressività, irritabilità. Possono avere la tendenza a mordere e attaccare oggetti, animali e l’uomo. Può anche comparire febbre.
Successivamente il cane può mostrare ipersensibilità agli stimoli sensoriali, cercando magari rifugio in luoghi bui. Si può anche presentare paralisi a livello di gola e mandibola, che provoca la comparsa della caratteristica schiuma alla bocca. La paralisi della gola provoca sofferenza e spasmi all’animale quando cerca di bere: è un sintomo tipico della rabbia, l’idrofobia.
Si può infine presentare un peggioramento generale dei sintomi neurologici, oltre a debolezza, convulsioni, inappetenza, per arrivare al coma e alla morte per paralisi respiratoria.

Il cane può essere contagiato dal virus della rabbia soprattutto a causa del morso da parte di un animale infetto: la saliva, infatti, è un efficacissimo veicolo di trasmissione del virus.
Diagnosi
Non esistono test di laboratorio in grado di individuare la presenza della rabbia: i test vengono effettuati dopo la morte dell’animale per verificare la presenza della malattia. Come in altri casi, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio veterinario che potrà procedere alla diagnosi ed evitare inutili sofferenze al cane, limitando inoltre le possibilità di contagio verso altri animali e verso l’uomo.
La rabbia nell’uomo
La rabbia è una patologia che si può trasmettere anche all’uomo tanto è vero che, storicamente, è una delle malattie documentate fin dall’antichità. Ancora oggi, in diverse aree del mondo, causa migliaia di vittime soprattutto a causa di morsi da parte di animali infetti.
Si deve comunque tenere presente che Italia, negli ultimi decenni, si sono verificati due soli decessi causati dalla rabbia e in entrambi i casi le persone colpite avevano contratto la malattia all’estero.
Se si teme di essere a rischio, perché si è stati morsicati da un animale, ci si deve immediatamente recare dal medico che potrà mettere in atto le terapie del caso per il contrasto immediato dell’infezione: si tenga infatti presente che la rabbia, se non viene curata, è quasi sempre fatale.
Per approfondire l’argomento si consulti il nostro articolo Rabbia (idrofobia, lissa) che tratta la questione in modo molto dettagliato.