Da aprile 2019 è diventata obbligatoria la ricetta veterinaria elettronica, in sostituzione del formato cartaceo. L’obbligo vale ovviamente su tutto il territorio nazionale, sia per gli animali da allevamento sia per quelli da compagnia.
Come sottolineato dalla conferenza stampa del ministro della Salute, Giulia Grillo, l’Italia è il primo Paese ad adottare l’obbligatorietà della ricetta elettronica anche per gli amici animali.
Le ragioni di questa scelta sono molteplici: l’informazione digitale consente infatti una piena tracciabilità dei medicinali veterinari e costituisce uno strumento di trasparenza per garantire la provenienza dei farmaci utilizzati negli allevamenti. Lo scopo è quello di tutelare al meglio la salute degli animali ma anche degli alimenti.
La ricetta veterinaria elettronica è identificata da un numero e da un codice PIN a quattro cifre generato dal software utilizzato dal medico veterinario. Per acquistare il farmaco sarà necessario fornire al farmacista il numero della ricetta e il PIN oppure il proprio codice fiscale e il PIN della ricetta. Solo questo modo il farmacista ha accesso alla prescrizione elettronica e potrà consegnare il farmaco al proprietario dell’animale. Tutte le ricette finiscono in un unico database nazionale. Nell’intenzione del legislatore, ciò consente di tenere sotto controllo il numero di prescrizioni e sapere esattamente quanti e quali farmaci veterinari sono usati sul territorio italiano.
Questo meccanismo ha lo scopo principale di tutelare la salute degli animali e anche degli esseri umani in quanto la ricetta si riferisce anche agli animali da allevamento destinati al consumo alimentare. Per esempio, il metodo rappresenta uno tassello fondamentale nella lotta all’antibiotico-resistenza, che spesso è frutto di una somministrazione fuori controllo degli antibiotici agli animali destinati alla macellazione.
Come detto, l’Italia è il primo Paese in Europa ad adottare questo sistema innovativo nel campo della veterinaria, risultando sicuramente all’avanguardia nella digitalizzazione dei servizi per la tutela degli animali.
Fin qui tutto sembrerebbe positivo e all’avanguardia, peccato che nella pratica la ricetta elettronica sia un boomerang per i nostri amici animali. Il motivo lo spiegano i tanti veterinari che si sono scontrati con questa “geniale” innovazione, che fra l’altro aumenta la burocrazia, uno dei mali dell’Europa attuale.
La negatività dell’innovazione è che non ha tenuto conto che la maggioranza delle ricette (quelle ripetibili) era fatta dai veterinari gratuitamente e in modo veloce, come cortesia ai propri clienti che magari, da anni, curavano il proprio cane/gatto. Ora, la procedura da un lato non è affatto immediata (in termini di tempo, sia per la non felice situazione informatica del nostro Paese, sia per le possibili lacune del professionista -che non ha nessuna intenzione di essere/diventare un burocrate- sia infine per le complessità di interazione con il software) e, inoltre, una gratuità dell’operazione potrebbe attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate sul professionista. Date queste premesse, ora qualunque ricetta costerà qualcosa e molti eviteranno di farsela fare, con danno evidente per il solo animale.

La ricetta veterinaria elettronica è diventata obbligatoria in Italia a partire da aprile 2019