La sindrome di Horner nel cane è una condizione neuro-oftalmologica che dà origine a tutta una serie di sintomi e segni più o meno gravi; tale sindrome esiste anche nell’ambito della medicina umana ed è legata a un danno a carico del sistema nervoso simpatico (si verifica la perdita o si ha un’interruzione dell’innervazione simpatica della periorbita e dell’occhio).
La sindrome di Horner nel cane ha in genere un esordio improvviso ed è generalmente monolaterale (sono cioè interessati soltanto un lato del volto e un solo occhio); non mancano comunque, sebbene siano piuttosto rari, i casi di bilateralità che peraltro sono di diagnosi più difficoltosa.
La sindrome di Horner può interessare tutte le razze canine, ma alcune di queste risultano essere maggiormente colpite di altre; è per esempio il caso delle razze golden retriever e labrador retriever (in particolar modo la prima); seguono razze canine quali basset hound, setter inglese e border collie.
La sindrome di Horner non è in sé una condizione di particolare gravità (molti casi vanno incontro a remissione spontanea); ciò che può essere grave è la malattia sottostante che l’ha determinata; rappresenta quindi un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato e che richiede tempestive indagini cliniche.
Cause
Le cause della sindrome di Horner possono essere le più disparate; dai dati presenti in letteratura, peraltro, risulta che in circa la metà dei casi non si è in grado di risalire alla causa della malattia (sindrome di Horner idiopatica).
Fra le possibili cause della sindrome di Horner si ricordano le seguenti:
- otite media (o, meno frequentemente, interna)
- trauma oculare
- trauma toracico
- trauma al collo
- atrofia muscolare
- paralisi dei nervi facciali
- tetano
- patologie a carico dei dischi intervertebrali
- tumori del mediastino
- tumori o infiammazioni del nervo trigemino
- infezioni interessanti il sistema nervoso centrale
- mielite
- diabete mellito
- interventi chirurgici
- drenaggio toracico
- ipotiroidismo (non è una causa specifica della malattia, ma può esserlo di alcune neuropatie e, di conseguenza, può avere un legame con la sindrome di Horner)
- ecc.
Sindrome di Horner nel cane – Sintomi
La sindrome di Horner nel cane è caratterizzata da tutta una serie di sintomi e segni più o meno evidenti fra cui si ricordano principalmente i seguenti:
- anisocoria (ovvero asimmetria pupillare; in altri termini le pupille risultano di dimensioni diverse; questo segno clinico è osservabile nel caso in cui la sindrome di Horner sia monolaterale)
- enoftalmo (infossamento anomalo del globo oculare)
- miosi (restringimento della pupilla; se il problema è monolaterale si osserva anche anisocoria)
- protrusione della terza palpebra (esposizione all’esterno della membrana nittitante, detta appunto terza palpebra, un lembo di tessuto sottile che è normalmente localizzato sotto la palpebra inferiore nell’angolo interno degli occhi; la sua funzione è principalmente quella di proteggere l’occhio)
- ptosi palpebrale superiore (abbassamento della palpebra superiore; ne consegue un restringimento della rima palpebrale)
- iperemia della congiuntiva (la congiuntiva risulta più o meno arrossata)
- incremento della temperatura cutanea nel lato interessato
- scolo congiuntivale (frequentemente è questo il motivo che induce il proprietario del cane alla visita veterinaria).
Diagnosi
La diagnosi della sindrome di Horner nel cane può creare alcune difficoltà allo specialista veterinario; la diagnosi differenziale deve tenere in debita considerazione soprattutto le seguenti malattie oculari: ulcera corneale, uveite e congiuntivite da corpo estraneo; tutte queste condizioni, infatti, hanno in comune molti dei sintomi e dei segni che caratterizzano la sindrome di Horner nel cane.
Vista la grande abbondanza di possibili cause, risulterà di fondamentale importanza un’accurata anamnesi che prenda in considerazione tutta la storia clinica del paziente. Fondamentali risulteranno le valutazioni oftalmologica e neurologica.
A seconda dei casi saranno necessari esami clinici più o meno complessi fra cui test farmacologico con fenilefrina, elettroretinografia, TAC, risonanza magnetica nucleare, esami del sangue, test del liquor ecc.

La sindrome di Horner rappresenta un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato e che richiede tempestive indagini cliniche
Sindrome di Horner – Terapia
Come detto, in quasi la metà dei casi, lo specialista non è in grado di risalire alla causa della sindrome di Horner; in questi casi si ricorre a un trattamento sintomatico (terapia medica con fenilefrina); se, invece, si è potuta individuare la causa sottostante, è necessario intraprendere le cure opportune; se la malattia sottostante può essere guarita, come logica conseguenza la sindrome di Horner finirà per regredire.
La prognosi della sindrome di Horner è generalmente favorevole; nei casi di sindrome di Horner idiopatica si ha una remissione spontanea che può andare dalle 5 settimane ai 6 mesi circa.