La sindrome vestibolare nel gatto, così come la sindrome vestibolare nel cane, sono condizioni patologiche che rivestono un notevole interesse in ambito veterinario, sia perché sono riscontrate abbastanza frequentemente sia perché la sintomatologia che le caratterizza (difficoltà a mantenere l’equilibrio, disorientamento, testa ruotata ecc.) è fonte di notevole preoccupazione nei proprietari.
La sindrome vestibolare nel gatto è per lo più un problema geriatrico, ovvero interesse con maggiore frequenza i soggetti anziani; non mancano comunque casi relativi a pazienti più giovani; peraltro, in genere, quando la patologia interessa questi ultimi, è maggiormente problematica.
Quando si parla di sindrome vestibolare nel gatto si fa riferimento a qualsiasi manifestazioni clinica causata da una malattia che coinvolge il sistema vestibolare (più correttamente si dovrebbe parlare di apparato vestibolare, ma l’impiego del termine “sistema” è ormai consolidato anche negli addetti ai lavori), ovvero la parte di sistema nervoso deputata al mantenimento dell’equilibrio e del senso di orientamento.
L’apparato vestibolare consta di una componente periferica (di cui fanno parte il labirinto – od orecchio interno e il nervo vestibolo-cocleare) e di una componente centrale (costituita da vari nuclei vestibolari e da una porzione del cervelletto); a seconda della componente colpita dalla malattia, si distinguerà in sindrome vestibolare periferica e sindrome vestibolare centrale; si tratta di una distinzione che riveste un notevole interesse perché, a seconda della zona colpita potrebbero essere necessari determinati esami piuttosto che altri e anche la terapia da intraprendere è generalmente molto diversa.
La sindrome vestibolare nel gatto tende a insorgere in modo acuto; a volte, nei giorni precedenti le manifestazioni più eclatanti, si riscontrano perdita dell’appetito, leggera depressione e, anche se più raramente, vomito.
Sindrome vestibolare nel gatto – Cause
Le cause che possono scatenare una sindrome vestibolare nel gatto sono molteplici; la forma periferica è quella più comune ed è causata da disturbi che possono colpire il labirinto e l’orecchio medio (quello più frequente è un’otite). Di seguito riportiamo le possibili cause di sindrome vestibolare nel gatto suddividendole in base alla forma (periferica o centrale).
Nel caso di sindrome vestibolare periferica fra le possibili cause si devono ricordare soprattutto le seguenti:
- otite (dell’orecchio interno o dell’orecchio medio)
- polipi rinofaringei
- traumi a carico dell’orecchio interno o dell’orecchio medio
- farmaci (in particolare aminoglicosidi e clorexidina)
- vestibulopatia congenita (in genere si manifesta nel periodo compreso tra la nascita e i primi quattro mesi di vita; razze maggiormente esposte sono il siamese, il tonkinese e il burmese)
- vestibulopatia idiopatica felina
- tumori a carico dell’orecchio interno e dell’orecchio medio (condrosarcoma, fibrosarcoma, osteosarcoma ecc.).
Sintomi vestibolari potrebbero anche essere indotti dalla presenza di corpi estranei nell’orecchio.
La sindrome vestibolare centrale riconosce principalmente le seguenti cause:
- encefalite
- meningoencefalite
- traumi cranici
- intossicazione da metronidazolo (un antibiotico)
- avvelenamento da piombo
- carenza di vitamina B1 (si riscontra nei gatti alimentati esclusivamente con pesci crudi)
- tumori dell’encefalo
- meningioma
- malattie da accumulo lisosomiale.
Sindrome vestibolare nel gatto – Sintomi e segni
I segni e i sintomi di sindrome vestibolare nel gatto sono numerosi; a prescindere che il problema sia relativo alla sede centrale o a quella periferica dell’apparato vestibolare, le manifestazioni cliniche sono pressoché le medesime; quelle che si riscontrano comunemente sono le seguenti:
- equilibrio instabile, barcollamento, movimenti in circolo
- nistagmo (movimento regolare, oscillatorio e non volontario dei globi oculari)
- head tilt (rotazione della testa di lato)
- atassia simmetrica (caduta e rotolamento verso il lato dell’head tilt)
- sindrome di Horner (rientro dell’occhio nell’orbita; restringimento della pupilla; restringimento della rima palpebrale; assenza di sudorazione)
- strabismo
- palpebra e labbro (di un solo lato) cadenti
- nausea
- vomito
- disidratazione.
A seconda della gravità del caso, in alcune circostanze è molto difficoltoso per il gatto mantenere la posizione eretta; di norma il proprietario osserva che l’animale tende a procedere sempre verso un unico lato, ruotando la testa e gli occhi nella medesima direzione.
Comune è la perdita dell’appetito associata al disequilibrio.

La rotazione della testa su un lato (head tilt) è un classico sintomo della sindrome vestibolare nel gatto e nel cane
Diagnosi
Quando un gatto mostra alcuni dei sintomi e segni che potrebbero essere riconducibili a disordini vestibolari è necessario consultare al più presto il proprio veterinario di fiducia.
Il primo obiettivo dello specialista che sospetti la presenza di una sindrome vestibolare nel gatto è quello di scoprire con certezza se il problema è riconducibile alla zona periferica o a quella centrale dell’apparato vestibolare; in sé e per sé, infatti, la diagnosi di sindrome vestibolare nel gatto non è particolarmente complessa; decisamente più complicato è definire con certezza se il problema è centrale oppure periferico, anche perché, nelle prime fasi del disturbo, il gatto presenta un notevole disorientamento e può essere molto difficile per lui mantenere la corretta postura; in queste condizioni non è infrequente confondere un problema centrale con uno periferico o viceversa.
È necessario effettuare un esame accurato dell’orecchio (visita otoscopica) e una visita neurologica.
L’anamnesi riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi di sindrome vestibolare nel gatto; il veterinario deve essere messo al corrente su come si sono manifestati i sintomi, sul loro decorso, su farmaci eventualmente assunti dall’animale, su possibili traumi fisici.
Saranno necessari anche esami di laboratorio; in genere il veterinario richiede l’esecuzione di un emocromo, di un profilo biochimico e l’esame delle urine. Tutti questi test possono fornire informazioni utili a identificare la natura del disturbo sottostante le varie manifestazioni cliniche (a seconda dei risultati di laboratorio si potrebbe sospettare un processo infiammatorio piuttosto che un problema metabolico o altro ancora).
Ciò che può aiutare nella diagnosi è il fatto che in una sindrome vestibolare nel gatto che ha origine nella porzione centrale dell’apparato vestibolare, sono spesso presenti sintomi e segni aggiuntivi che possono indirizzare la diagnosi in un verso piuttosto che nell’altro.
Altri esami che potrebbero essere richiesti per formulare con certezza una diagnosi sono la TAC, la risonanza magnetica nucleare e le radiografie.
Necessari saranno anche gli esami di liquidi più o meno purulenti presenti nell’orecchio; possono infatti aiutare a distinguere un’otite batterica da un’otite fungina.
A seconda dei casi potrebbe essere anche richiesto un prelievo del liquido cefalorachidiano.
In alcuni casi, nonostante i vari esami effettuati, sia quelli fisici, sia quelli di laboratorio che quelli strumentali, non si è in grado di stabilire la causa dei vari sintomi e segni accusati dal paziente; in queste circostanze si parla di sindrome vestibolare idiopatica; in altre parole, sì da per scontato che ci si trova di fronte a una sindrome vestibolare, ma non si è in grado di stabilire quale sia la causa che ha causato il disturbo.
Nota – In ambito veterinario le diagnosi sono effettuate rifacendosi a un iter diagnostico indicato con l’acronimo VITAMIN D (letteralmente vitamina D); tale acronimo fa riferimento alla lettera iniziale di tutte le classi principali di malattia (V=vascolare, I=infiammatorio, infettivo, immunomediato; T=traumatico, tossico; A=anomalie congenite, allergico; M=metabolico; I=idiopatico, iatrogeno; N=neoplastico, nutrizionale; D=degenerativo).

Nel caso di sindrome vestibolare nel gatto è necessario effettuare vari esami per risalire alla causa che ha scatenato il disturbo
Sindrome vestibolare nel gatto – Terapia
La terapia della sindrome vestibolare nel gatto dipende dalla condizione patologica che ha scatenato l’insorgenza delle varie manifestazioni; un conto, per esempio, è trattare un’otite media o una labirintite, un conto è curare un problema determinato da un trauma fisico. Ovviamente, il successo della terapia è legato a doppio filo alla gravità del problema sottostante. In alcuni casi, si sarà in caso di risolvere in modo definitivo il problema, in altri casi la risoluzione potrà essere parziale; in altri casi ancora, purtroppo, si potrà solo cercare di migliorare la qualità di vita del paziente.
A prescindere dalle cause sottostanti, comunque, la prima cosa da fare è cercare di alleviare, nel miglior modo possibile, la sintomatologia che nei disordini vestibolari può essere particolarmente pesante. A questo scopo si ricorre a interventi cosiddetti di supporto; per esempio, dal momento che molto spesso sono presenti nausea e vomito, si interverrà somministrando farmaci antivomito (antiemetici); di norma occorre anche reidratare opportunamente il paziente, dal momento che il vomito può causare una notevole perdita di liquidi.
In molti casi la sindrome vestibolare nel gatto è causata da un processo infiammatorio dell’orecchio causato da un’infezione batterica (otite batterica); si procederà quindi alla somministrazione di farmaci antibiotici. Se l’infezione fosse di natura fungina, si ricorrerà invece alla somministrazione di antifungini.
Se la sindrome è legata a un’otite, si somministreranno i farmaci idonei (antibiotici nel caso di infezioni batteriche e antimicotici nel caso di infezioni fungine); la natura dell’infezione potrà essere stabilità in seguito a un prelievo di materiale dall’orecchio.
Qualora i sintomi vestibolari siano legati alla presenza di corpi estranei questi dovranno essere rimossi quanto prima.
In alcuni casi, per esempio, tumori, potrebbe rendersi necessario l’intervento chirurgico; ovviamente, dovrà sempre essere valutata l’opportunità di intervenire in base alle possibilità di successo dell’intervento anche alla luce delle ripercussioni che la chirurgia potrebbe avere sulla qualità di vita del paziente. In alcuni casi, infatti, potrebbe essere consigliabile rinunciare alla chirurgia e assistere il paziente con le sole cure palliative e di supporto.
La terapia di supporto sarà quella che si dovrà intraprendere anche nel caso di sindrome vestibolare idiopatica (principalmente, farmaci contro la nausea e il vomito e somministrazione di fluidi).